Niente politica, Gotovina si dà agli affari
FIUME. Tradotto in italiano, il suo cognome vuole dire “contanti”, qualcosa di azzeccato per quello che il generale croato Ante Gotovina farà da grande. Recentemente prosciolto dal Tribunale dell’Aja dall’accusa di crimini di guerra e tornato in libertà, il 57enne dalmata di Poschiane (Pakostane) non ha la minima intenzione di salire sul ring della politica, dedicandosi invece agli affari. «Non voglio occuparmi di politica», ha detto l’alto ufficiale, smentendo il tam tam di voci ufficiose che già lo vedevano in una qualche forza politica. È vero invece che già due anni fa – forse prevedendo che la Corte d’appello dell’Aja gli avrebbe dato ragione – aveva fondato l’azienda Adriatik gradnja, atto compiuto assieme all’amico fraterno Željko Dilber. L’impresa è registrata per svolgere diverse attività ed ha la sede al Centro Business, in via Nikola Tesla a Zara. Il primo anno d’esercizio è trascorso senza particolari sussulti, mentre l’anno scorso l’Adriatik gradnja è riuscita a centrare un bel colpo, entrando nel progetto di costruzione del metanodotto in Dalmazia, gas proveniente dai giacimenti sottomarini al largo di Pola. L’aggancio della coppia Gotovina–Dilber ha riguardato Zara, la prima città dalmata allacciata al gasdotto che arriva dalla regione della Lika. I lavori sono stati affidati all’edile Montmontaza che ha scelto alcune aziende subappaltatrici, tra cui la “creatura” del generale che ha avuto così entrate per 5 milioni e 200 mila kune, circa 689 mila euro. L’entrata in affari di Gotovina non poteva fallire: popolarissimo e rispettato prima e durante la detenzione all’Aja, dopo la scarcerazione Gotovina è stato trattato come un idolo da venerare incondizionatamente. Come dire che la sua immagine non potrà che giovare all’Adriatik gradnja e procacciargli chissà quali appalti. Finora nella metanizzazione di Zara sono stati spesi 10 milioni di euro, mentre per tutta quanta la Dalmazia l’investimento ammonterà a 115 milioni. C’è da scommettere che il carismatico generale (amato in Croazia, odiato in Serbia) riuscirà a convincere chi di dovere che la sua azienda va ingaggiata per far entrare il gas naturale in tante case dalmate. Insomma, il metano dà una mano a Gotovina che però non si ferma qui. Fino al 2006 Gotovina era stato presidente del Comitato di controllo dell’azienda Justina di Poschiane (villaggio natio del generale), per poi rassegnare le dimissioni in quanto temeva che la sua carcerazione avrebbe potuto nuocere all’immagine della ditta.
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