Niente più bici sulle corsie di bus e taxi a Trieste

Il Comune stoppa la sperimentazione dopo le proteste degli autisti e dei titolari di vetture pubbliche. La delusione dei ciclisti

TRIESTE Brusca frenata alla sperimentazione delle biciclette sulle corsie preferenziali. Dopo un’apertura dell’assessore Laura Polli ad un test di convivenza tra due ruote (non monopattini), autobus e taxi su quelle corsie, è arrivata l’alzata di scudi di due categorie di attori di primo piano della mobilità urbana, ovvero autisti della Trieste Trasporti e tassisti. Una rivolta che fa finire, almeno per ora, l’ipotesi nel cassetto.

Conducenti e titolari di taxi avevano già espresso ai tavoli di confronto sulla mobilità organizzati dal Comune la loro ferma contrarietà alle bici sulle preferenziali. Quell’indicazione, però, non sembrava essere stata recepita dall’amministrazione, ancora decisa a testare la formula. Di lì la scelta delle sigle sindacali che rappresentano gli autisti di far arrivare subito dopo una lettera di biasimo che, esprimendo sorpresa per quell’apertura, hanno ribadito le loro perplessità legate alla mancanza di sicurezza. Motivazioni che, alla fine, hanno fatto centro.

In una lettera inviata dal dirigente della Mobilità Giulio Bernetti alle associazioni che promuovono la mobilità ciclabile, il Municipio ha comunicato ufficialmente lo stop, per ora, alla sperimentazione. «Cercheremo, in alternativa– si legge nella lettera – altre modalità per favorire la mobilità ciclabile in città, anche attraverso il biciplan in corso di elaborazione».

A sua volta l’assessore all’Urbanistica Luisa Polli spiega che «a seguito degli incontri tecnici con tutti i soggetti interessati, era parsa percorribile una sperimentazione, ma a seguito dei contributi scritti pervenuti da parte del trasporto pubblico collettivo in cui si evidenziano i molti rischi correlati all'uso delle corsie bus alle biciclette e ai monopattini, con il sindaco abbiamo deciso che è nostro compito prioritario tutelare l'incolumità di tutti oltre a garantire le tempistiche dei servizi».

La partita, dunque, è rimandata al biciplan in corso di elaborazione. Grande delusione tra i ciclisti. «La posizione degli autisti degli autobus e dei tassisti era scontata, serviva una scelta politica», constata Diego Manna, ciclista urbano che ha seguito passo passo la questione, e che ricorda anche gli impegni presi da Dipiazza con i rappresentanti dei ciclisti nel corso della passata campagna elettorale. «Aprire al transito delle biciclette ulteriori corsie bus sull’asse via Conti, D’Azeglio, piazza Ospedale e via Tarabocchia», indicava il punto 6 del documento sottoscritto dal sindaco. «C’era un impegno più volte ribadito, – sottolinea Federico Zadnick, coordinatore di Fiab Trieste-Ulisse – siamo molto delusi. È un ulteriore brutto segnale nei confronti di chi fa scelte a beneficio dell’ambiente. Riguardo alle criticità legate alla sicurezza sollevate da autisti e tassisti, – conclude – ritengo si possa parlare di opinioni, non di dati di fatto, visto che da 5 anni ai ciclisti è consentito transitare sulle preferenziali di via Mazzini e Imbriani e non c’è evidenza di incidenti». —


 

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