Niente auto, galleria Bombi a Gorizia resta pedonale

Il sindaco e assessore comunale ai Lavori pubblici Romoli: «Non sono previste soluzioni diverse. Tutte le rotatorie oggi provvisorie diventeranno definitive perché funzionano»
Di Francesco Fain

Rendere definitive le rotatorie provvisorie, quelle costruite con i new jersey (o con il Lego, è la battuta dei detrattori). Introdurre zone 30 km/h in alcune strade del centro. Mantenere l’isola pedonale in corso Verdi.

Queste alcune delle linee-guida del nuovo Piano urbano del traffico (Put) che sarà ultimato entro l’anno: uno strumento atteso, anzi attesissimo dalle forze di centrosinistra. L’annuncio è del sindaco Ettore Romoli. Che specifica: «Il Put ha intrapreso il suo iter e sta procedendo».

Ma c’è anche una novità che farà discutere. Nonostante gli appelli, gli inviti, gli auspici, galleria Bombi continuerà e rimanere pedonale. «Non è prevista alcuna soluzione diversa e nessuna sperimentazione - taglia corto Romoli -. Ripristinare il traffico, significherebbe rimettere mano a piazza Vittoria che è stata costruita prevedendo la sola presenza dei pedoni». E proprio relativamente ai pedoni, è obiettivo del Comune incentivare le zone decicate. «Onde stroncare sul nascere eventuali polemiche, dichiaro subito che non è nei nostri programmi escludere il traffico da altri tratti di corso Verdi. Ragioneremo con gli uffici e vedremo quali altre strade possono essere pedonalizzate. Uguale attenzione la presteremo alle piste ciclabili: verranno ampliate e completeremo la rete grazie ai tanti progetti comunitari avviati su questo tema». Il primo cittadino, sin da ora, dichiara che verranno fatte delle audizioni di modo che il nuovo Piano urbano del traffico sia “figlio”, il più possibile, di un percorso partecipato. «Non vogliamo imporre le nostre idee», sottolinea il sindaco. Altre novità? «Emerge la necessità - fa eco Guido Germano Pettarin, assessore comunale all’Urbanistica - di realizzare un parcheggio scambiatore nell’area della Casa rossa, servito da bus-navetta. Si lascia l’auto lì e si raggiunge il centro della città servendosi della corriera».

E passiamo al capitolo-rotatorie. Ce ne sono di minuscole (quella della Madonnina), enormi (a Sant’Andrea), sperimentali (in via Alviano e all’incrocio fra le vie Trieste, Duca d’Aosta, Trento e Ristori). Gorizia è diventata, negli ultimi anni, la città delle rotatorie. Qualcuno non le sopporta ma per il Comune funzionano. «Si sono dimostrate, piccole o grandi che siano, molto efficaci. Quindi, l’intenzione - argomenta Romoli - è di renderle definitive. A mano a mano che individueremo le risorse, andremo a sostituire i new jersey bianchi e rossi per una realizzazione stabile. Anche quella di via Giustiniani si è rivelata efficace così come il rondò fra le vie Trieste e Duca d’Aosta: a proposito, stiamo ragionando sulla possibilità di introdurre il senso unico in via Ristori».

Il Piano del traffico dovrà essere predisposto, facendo ricorso ad adeguati sistemi tecnologici su base informatica di «regolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica del rallentamento della velocità e di dissuasione della sosta, al fine di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale che si rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire». Interessante anche un’altra sottolineatura. «Ribadisco un concetto che so non piacere a molti: credo molto di più nella politica del fare che nei piani strategici sulla carta. In questi ultimi anni, con semplici interventi e un po’ di buon senso, sono stati risolti problemi che sulla carta apparivano insormontabili: vi ricordate l’ipotesi di senso unico in Corso Italia? E lo slalom previsto per risolvere la questione della viabilità in via San Gabriele? È stato sufficiente realizzare delle normali rotonde», conclude il primo cittadino.

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