Nidec in sciopero contro il rischio tagli

Due ore di astensione dal lavoro in solidarietà con i 40 licenziati di Vicenza. C’è cassa integrazione in attesa delle commesse
Bonaventura Monfalcone-07.05.2018 Sciopero-Nidec-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-07.05.2018 Sciopero-Nidec-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Oggi tocca a 40 lavoratori dello stabilimento di Vicenza, ma il segnale è chiaro e drammatico anche per tutti gli altri». Anche a Monfalcone nello stabilimento Nidec i sindacati proclamano due ore di sciopero in solidarietà con i colleghi di Vicenza dove è stato dichiarato un esubero strutturale di quasi 40 lavoratori. La notizia è stata data dall’azienda a seguito di un incontro avvenuto qualche tempo fa a Confindustria Vicenza dove la società, spiega una nota di Fim, Fiom e Uilm, ha presentato la situazione del gruppo con specifiche valutazioni riguardo i quattro siti italiani, Milano, Vicenza, Genova e appunto Monfalcone.

«La multinazionale giapponese Nidec è particolarmente attiva a livello mondiale nell’acquisizione di gruppi (è di poco tempo fa la notizia dell’acquisizione di uno stabilimento della Embraco che era in crisi ndr) - spiega la nota dei sindacati - anche in Italia Nidec parla di innovazione, inddustria 4.0 e gestione di importanti commesse e prodotti. Peccato però che poi a Vicenza la stessa azienda dichiari un esubero strutturale di quasi 40 lavoratori, con l’unico fine di licenziarli perchè non servono più».

Fim, Fiom e Uilm incalzano «È questa la modernità produttiva e industriale del gruppo giapponese - chiedono - e gli ammortizzatori sociali o la formazione per ricollocare il personale? Possibile che un grande gruppo come Nidec debba trattare i lavoratori come fazzoletti usa e getta senza condividere con il sindacato percorsi di riqualificazione e salvaguardia occupazionale». Oggi, ribadiscono i sindacati, tocca ai 40 di Vicenza, ma potrebbe accadere a tutti gli altri. Ed è per questo che ieri anche a Monfalcone c’è stato un primo sciopero di 2 ore , dalle 9 alle 10 per il primo turno, con presidio davanti ai cancelli e un secondo, dalle 15 alle 16 con tanto di assemblea davanti ai cancelli.

Uno sciopero di solidarietà con i lavoratori di Vicenza ma anche di avvertimento e protesta contro la politica aziendale. Attualmente a Monfalcone, dopo l’uscita di una decina di contratti a termine lo scorso anno, sono rimasti in 450 circa tra impiegati e operai. E a causa della mancanza di grandi commesse (quelle dei motori russi sono finite) la Nidec lavora a ritmo ridotto ed è in corso una cassintegrazione di tipo ordinario (dovuta allo scarico di lavoro) che lascia a casa gli operai a turno un giorno alla settimana.

A stare a casa a rotazione sono soprattutto gli operai delle officine e degli enti collegati. «La cassa infatti non tocca il reparto ingegneria - conferma Fabio Baldassi della Fiom - gli addetti devono lavorare in vista dell’arrivo delle nuove commesse. L’azienda ci ha assicurato che si andrà a regime da luglio in poi e noi contiamo che accada».

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