New York, tra i morti un giovane con radici in Fvg

CIVIDALE. C’è un pezzo di Cividale e anche di Trieste nel dramma di Manhattan. Era infatti originario della città ducale il nonno di una delle otto vittime della furia omicida dell’attentatore uzbeko Sayfullo Saipov. Si tratta di Nicholas Francis Cleves, strappato alla vita ad appena 23 anni.
Il ragazzo era nipote di Danilo Missio, primo degli otto figli di una storica famiglia cividalese: poco dopo la fine degli studi, Missio aveva lasciato l’Italia per trasferirsi in America, per motivi professionali, e vi si era stabilito. Nicholas era figlio della sua secondogenita, Monica, moglie di un cittadino di nazionalità britannica. Nonostante fosse nato e sempre vissuto a New York, dunque (abitava in un appartamentino nel West Village), il 23enne aveva radici in Friuli Venezia Giulia, per giunta solide in quanto non esclusivamente legate al passato: alcuni parenti di Danilo risiedono nel capoluogo regionale.

Con quella di Nicholas salgono pertanto a due le morti di New York riconducibili, in qualche modo, al Friuli Venezia Giulia: sull’asfalto della pista ciclabile di Lower Manhattan è rimasto esanime, dopo il folle passaggio del pick-up guidato dal militante dell’Isis, anche Alejandro Pagnucco Charre, architetto che risiedeva, con la famiglia, a Rosario, in Argentina, ma il cui primo cognome indica chiaramente la provenienza friulana. Probabile si trattasse di un discendente di corregionali emigrati in Sud America nel secolo scorso. E fra i feriti nell’attentato c’è Martin Marro, ex ricercatore dell’Icgeb di Trieste, ricoverato in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
Nicholas Francis Cleves aveva poco più di 20 anni ma vantava già un importante curriculum professionale. Era infatti software engineer/analyst, alias programmatore, allo Unified digital group di New York nonché web developer and administrator presso Cx design, sempre nella metropoli. Per conseguire la qualifica aveva svolto, ovviamente, un percorso di studi mirato, formandosi in Computer science allo Skidmore College di New York: il sogno di questo ragazzo, descritto da amici e colleghi come persona dal cuore d’oro e dalla grande determinazione e vivacità intellettuale, era quello di contribuire, tramite la tecnologia, a rendere migliore la quotidianità della gente.
A Cividale il cognome Missio è ben conosciuto, trattandosi come accennato di famiglia numerosa, che ha vissuto in loco per lungo tempo; un legame esiste ancora, visto che proprio a quel ceppo familiare appartiene l’attuale dirigente del Commissariato locale, il vicequestore aggiunto Michelangelo Missio. Per quanto quello di Nicholas Francis Cleves fosse finora, nella cittadina longobarda, nome sconosciuto, la notizia delle origini e dei rapporti di parentela ha destato impressione e suscitato sentimenti di sconcerto e cordoglio. Se ne fa portavoce il sindaco Stefano Balloch, che esprime il profondo dispiacere della comunità, tributando un omaggio alla vittima così come agli altri innocenti massacrati dall’attentatore, e che allarga poi il raggio della riflessione: «Tocchiamo con mano, in questa terribile circostanza, la dimensione e le ripercussioni globali di tragedie come quella consumatasi nel cuore di New York».
«Tragedie - osserva ancora Balloch - che possono apparirci lontane, se non addirittura enormemente distanti, dalla piccola e fortunatamente tranquilla realtà in cui viviamo: eppure queste vicende, che siamo appunto portati a seguire e percepire da osservatori, per quanto con partecipazione emotiva, tutto ad un tratto possono ripercuotersi pure sul locale, dimostrandosi capaci di colpire nell’intimo chiunque, ovunque. Anche nella nostra Cividale, città aperta, città dell’accoglienza».
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