Nessuno vuole lo yacht del Maresciallo

Niente assegnazione in concessione per l’arrugginita Galeb, l’ex residenza galleggiante del padre–padrone della Jugoslavia, Josip Broz Tito, scomparso 35 anni fa. La nave, ormeggiata da parecchio tempo a Fiume, doveva essere affidata appunto in concessione pluriennale: ma alla gara indetta dalla municipalità fiumana, proprietaria dell’ex panfilo del Maresciallo, non si è fatto avanti nessuno.
A spaventare i potenziali interessati sono state di certo le condizioni poste dall’amministrazione comunale, tradizionalmente in mano al centrosinistra. Colui che si fosse aggiudicato il concorso avrebbe dovuto investire cinque milioni di euro per trasformare la Galeb in una nave–museo con tanto di ostello, ristorante, centro congressuale, aree fitness e wellness, sauna e rivendite. All’importo annuo fisso da versare per la concessione alle casse municipali, pari a 2.296 euro, andava aggiunto il 3% delle entrate realizzate nel corso dell’anno.
Stando a quanto comunicato dall’assessore fiumano alla Cultura, Ivan Šarar, alla Galeb hanno manifestato interesse quattro potenziali investitori, che hanno avuto degli incontri informali con esponenti del palazzo municipale a Fiume. In queste occasioni, espressi però dubbi e perplessità circa le condizioni della gara, hanno proposto un cambiamento radicale delle regole, fatto il quale - è stata la promessa - aderiranno al concorso.
«Andremo a chiudere prossimamente la gara – ha dichiarato l’assessore Šarar – con la commissione competente a chiedere al consiglio cittadino l’annullamento del concorso per assenza di candidati. Si procederà poi al vaglio di quanto proposto e offerto dai potenziali acquirenti. Non appena avremo varato le nuove condizioni, bandiremo il concorso–bis. L’ex nave salotto di Tito, la Galeb, dichiarata bene culturale della Repubblica di Croazia, merita un futuro degno della sua storia, di quel passato che la vide per decenni ospitare teste coronate, capi di Stato e di governo, anche leggendari attori e attrici».
La Galeb era stata fortemente voluta a Fiume dal centrosinistra a guida socialdemocratica. L’ex bananiera era stata acquistata per 150 mila dollari, e già questo aveva fortemente irritato le opposizioni di centro e centrodestra a Fiume, così come parte dell’opinione pubblica in città. Non è stato però questo l’unico investimento (cioè prelievo dalle casse comunali): tra manutenzione, interventi vari di riparazione, tassa di stazionamento e altro, Fiume e i suoi contribuenti hanno finora speso per la Galeb una cifra non molto distante dal milione di euro. «Una spesa inutile, assurda, soldi gettati via», ribadiscono voci dell’opposizione.
Si sperava che la gara potesse imprimere una svolta alla vicenda. Invece la Galeb continuerà per un tempo al momento indefinito a mostrare i danni causati dagli agenti atmosferici e dalla mancanza di un’adeguata cura da parte dell’uomo. Negli ultimi tempi si è fatta strada anche l’idea di farla colare a picco in una qualche zona del Quarnero, trasformandola in tana per le creature marine e relitto per le immersioni.
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