«Nessuna fuga dall’ateneo di Trieste. I numeri di iscritti ai test e matricole sono stabili»
«La minor presenza di studenti che cercano casa a Trieste non corrisponde assolutamente a un numero di iscrizioni in calo all’Università». Parola del magnifico rettore Roberto Di Lenarda, che spiega così il crollo degli alloggi affittati a giovani iscritti all’ateneo. «Credo che il fenomeno sia legato a una sensazione di disorientamento dei ragazzi, che aspettano di capire l’evoluzione della diffusione del virus. Un’evoluzione da cui probabilmente dipenderà poi la decisione di frequentare in presenza o a distanza le lezioni».
In ogni caso, rassicura il rettore, gli strascichi della pandemia non si sono tradotti in una “fuga” di nuovi studenti. «Per il momento - continua Di Lenarda - le immatricolazioni sono in linea con gli anni precedenti, anche se ad agosto è presto per tracciare un bilancio definitivo. Molti infatti si iscrivono all’ultimo momento, alle volte anche a lezioni già iniziate. Il dato più significativo, a mio parere, riguarda invece i ragazzi iscritti agli esami di ammissione alle varie facoltà. Anche in questo caso siamo in linea con il passato, con numeri sostanzialmente invariati sia per gli studi umanistici, sia per Medicina e gli altri dipartimenti che prevedono i test per l’accesso».
La frenata della corsa all’alloggio vicino all’università sarebbe legata anche alla possibilità, garantita dall’ateneo, di poter frequentare i corsi in remoto senza problemi. È probabile che molti studenti non sentano quindi la necessità di trasferirsi a Trieste. Considerando anche l’esborso per l’affitto e le altre spese legate all’abitazione, oltre agli spostamenti. Un risparmio considerevole per una tendenza che emerge peraltro anche da un’indagine condotta dallo stesso ateneo nelle scorse settimane. «Abbiamo preparato un questionario online rivolto sia ai nostri studenti sia alle potenziali nuove matricole, chiedendo come vorrebbero frequentare il prossimo anno. Anche se il campione di ragazzi non è statisticamente enorme, un terzo ha risposto indicando la didattica a distanza come soluzione ideale». E considerando che non tutti sono fuori sede, molti infatti sono triestini, il dato non è trascurabile. «Intanto stiamo definendo il piano per la didattica del primo semestre - sottolinea il rettore -. Sicuramente per gli studenti del primo e del secondo anno puntiamo a garantire le lezioni in presenza. Per loro è importante vivere l’Università per capirla al meglio. Raddoppieremo le aule dove necessario, per consentire a tutti gli ingressi e i distanziamenti dovuti. Per gli altri ci stiamo organizzando, l’obiettivo è che almeno il 50% delle lezioni possa tenersi in presenza, dando comunque la possibilità, a chi lo desidera, di seguire tutto in remoto». —
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