«Nessun pestaggio». Teste rinviata a giudizio
TRIESTE. «Non è successo niente...». Poche parole, ma abbastanza per ritrovarsi con un’incriminazione e un processo. Il caso della triestina Marzia Pann, 45 anni, militante del Tlt, venerdì prossimo finirà in Tribunale davanti al giudice Laura Barresi: la quarantacinquenne, secondo l’accusa, non avrebbe detto la verità in merito a un pestaggio a cui aveva assistito, in pieno centro, oltre sei anni fa. Un’aggressione ad opera di un gruppetto di indipendentisti.
L’episodio è del 19 ottobre 2013. Il Tlt quel giorno è in largo Bonifacio, nei pressi di viale XX Settembre, con un banchetto. Un passante nota la presenza degli indipendentisti e commenta a voce alta: «Il Tlt...siete dei pagliacci». I militanti non la prendono affatto bene e si scagliano su di lui spintonandolo più volte e prendendolo a manate al volto. A sua difesa interviene un ragazzino di quindici anni.
A quel punto i militanti aggrediscono pure il minorenne, prima sferrandogli pugni e ginocchiate, poi lo spingono dentro alla fontana della piazzetta tentando di mettergli la testa nell’acqua. Il minore viene pestato barbaramente dall’intero gruppetto. Ma il giovane, quando è praticamente dentro alla fontana, riesce a fare resistenza puntando un braccio nella vasca. Un amico lo soccorre e lo aiuta a rialzarsi.
Nel pestaggio il quindicenne si prende tre pugni in faccia e alla schiena, oltre che una serie di ginocchiate allo stomaco. L’episodio innesca indagini e procedimenti penali a carico degli autori della violenza. Tra questi figura Franco Masci: l’indipendentista subirà una condanna.
È proprio nel corso di un’udienza del processo avviato nei confronti di Franco Masci che viene sentita Marzia Pann, testimone dell’accaduto. Ma la donna, nonostante avesse assistito alla violenza, nega tutto. L’udienza è quella del 27 settembre 2017. Interrogata dal giudice, la militante del Tlt pronuncia testualmente queste parole: «Non è successo niente... non è stato colpito. È stato soltanto allontanato... non ho visto nessuno andare alla fontana».
Il giudice non crede a quanto affermato dalla donna: ritiene le dichiarazioni della quarantacinquenne assolutamente non veritiere. Scatta quindi l’indagine per falsa testimonianza, un reato previsto dall’articolo 372 del codice penale. Pann è stata rinviata a giudizio dal gup Guido Patriarchi all’esito dell’udienza preliminare dello scorso 4 ottobre del 2018. Venerdì, come accennato, è invece in programma l’udienza del dibattimento dal giudice Laura Barresi. L’imputata è difesa dall’avvocato di fiducia Edoardo Longo del Foro di Pordenone.
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