«Nessun Patto del Nazareno: su Porto Vecchio iter trasparente»

«No mal...» Al grillino Aris Prodani vien fuori di getto così, dopo aver letto l’intervista di ieri in cui la collega deputata forzista Sandra Savino si proclama a favore della sdemanializzazione di Porto Vecchio. E dire che solo un mese fa firmarono insieme, e con il deputato leghista Massimiliano Fedriga, un emendamento mirato a bloccare l’operazione. «Si vede che le dinamiche dentro il Consiglio comunale hanno fatto cambiare idea a Forza Italia», sospira Prodani. E pazienza se Savino in realtà ha rivendicato al centrodestra l’avvio dell’iter «nel 2007 con la variante Barduzzi», sindaco Dipiazza. A Prodani non resta che tenere le distanze. «Prendiamo atto che siamo rimasti gli unici a difendere il Punto franco nord», detta invece il dichiaramente «sorpreso» Fedriga, che sciabola: «Noi rimaniamo coerenti».

E intanto dal Pd partono in batteria le repliche a Savino, fra aperture e - non molto celato - sospetto. «Recentemente - rimarca il senatore Pd Francesco Russo - Savino ha dimostrato doti acrobatiche di tutto rispetto. Dopo aver votato con Prodani e Fedriga e poco dopo avere applaudito Giulio Camber che argomentava a favore dello status quo, sembra avere cambiato idea: deve avere capito e metabolizzato che l’immobilismo a Trieste non va più di moda». Via allora con il Patto del Nazareno evocato da Savino, tutti insieme per gestire l’operazione? «Se spera di poter concludere un accordo segreto alle spalle di Trieste e dei cittadini si sbaglia di grosso», è l’altolà di Russo: bene «lavorare con tutte le forze politiche che hanno voglia di mettersi in gioco e immaginare assieme a noi un futuro diverso, ma tutto verrà fatto alla luce del sole», conclude Russo invitando Savino «a prendere apertamente le distanze da Camber e dalla gestione dell’Authority targata Monassi, se vuole essere credibile».
Perché ecco, Savino «è sempre lei - interviene il deputato Pd Ettore Rosato - o è un'altra persona rispetto a quella che non molto tempo fa in un incontro pubblico voleva rimettere tutte le decisioni sul Porto Vecchio e sul Punto franco al Comitato portuale guidato da Monassi?» Rosato lancia l’allerta sulle «conversioni di convenienza. Ora che sente odore di candidatura Savino forse pensa di rimettersi in pista dando una mano di bianco al suo passato politico. O magari sposando bizzarre ipotesi di comitati tecnico-politici bipartisan, neanche il Porto Vecchio fosse la legge elettorale. Il percorso della sdemanializzazione è scritto nella legge, coinvolge le istituzioni e andrà avanti come prescritto. Restiamo aperti a ogni collaborazione trasparente e leale» per il «futuro della città».
«Porte spalancate per chi vuole contribuire a un grande progetto politico, ma a condizione che tutti spingiamo nella stessa direzione e che qualcuno non stia in vettura per tirare il freno o magari farla deragliare...», interviene il sindaco Roberto Cosolini. Savino ha detto di avere votato con Lega e M5S solo per protesta contro il “metodo Russo”? «Cambiare opinione - commenta Cosolini - è legittimo e anzi in certi casi auspicabile, ma non credo che a un parlamentare sia consentito lavorare per cancellare una grande opportunità in nome di una piccola ripicca... Due giorni dopo Savino ha proposto con un paradosso di trasferire lì l'ospedale, così avremmo anche fermato un cantiere prossimo al via a Cattinara dopo anni di attesa». E allora, «il futuro ci dirà se questa è una conversione sincera e definitiva. Oggi sarebbe più credibile se non fosse condita da discutibili rivendicazioni di primogenitura, visto che è chiaro a tutti dove stanno le principali responsabilità sul blocco di Porto Vecchio; e da toni inutilmente polemici verso chi le posizioni chiare e coerenti su Porto Vecchio le ha maturate da anni e condivide con noi il percorso in modo chiaro e trasparente quale obiettivo comune. E dovrà essere chiaro e trasparente - conclude Cosolini - qualsiasi patto si farà per Trieste».
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