Dramma in una casa di Giarizzole a Trieste: neonato di 5 mesi trovato morto in culla
Il bimbo è spirato nel sonno. Lo hanno scoperto i genitori. Indaga la Polizia. Disposta l’autopsia
Un neonato di cinque mesi morto nel sonno, nella sua culla. Il dramma si è consumato mercoledì mattina, tra le otto e mezza e le nove, in un’abitazione Ater in zona Giarizzole. Sono stati i giovani genitori, una coppia di ventenni che vive con quattro figli piccoli a carico, ad accorgersi che il bimbo non si muoveva e non respirava. Hanno tentato di rianimarlo, ma niente: non rispondeva, non dava più alcun segno di vita.
Sul posto l’ambulanza e l’automedica del 118. I sanitari non hanno potuto fare nulla, se non constatare il decesso. Anche perché il bambino era già spirato da ore, come ha purtroppo appurato il personale sanitario. Il 118, dinanzi a una tragedia così, come da prassi ha allertato anche le forze dell’ordine. Sono intervenute le volanti della Polizia di Stato e poi la Squadra mobile e la Polizia scientifica.
Servirà un’autopsia – d’obbligo per decessi del genere – per capire con precisione cosa è accaduto a quel corpicino.
Per il momento solo ipotesi, innanzitutto la possibilità che il bimbo possa essere andato in apnea mentre dormiva. Ma vanno considerate le condizioni di salute del bambino: stando a quanto si apprende, era nato prematuro assieme al suo gemellino. Un aspetto, questo, che potrebbe avere inciso anche in modo determinante. Non si esclude, dunque, un problema congenito come ad esempio una patologia cardiaca.
Secondo quanto emerge quella mattina la madre ha trovato il neonato nel lettino in posizione prona, con il viso rivolto in giù. Si è subito resa conto che c’era qualcosa di strano: il suo bambino era immobile, non piangeva neanche. E ha capito. Possiamo solo immaginare la disperazione, il panico. I genitori sostengono di aver provato a praticare il massaggio cardiaco, ma come detto era già deceduto da qualche ora.
Fatti di questo tipo, denominati “morti bianche dei neonati” o “morti in culla” o, ancora, “Sids” (dall’inglese sudden infant death syndrom, sindrome della Morte improvvisa del lattante), sono piuttosto rari ma possibili. Stando agli studi in materia, sono soprattutto questi i fattori di rischio, oltre alle eventuali patologie: dormire a pancia in giù, fumo della madre in gravidanza, essere esposti al fumo passivo di sigaretta in casa. Statisticamente la Sids è più frequente in neonati di giovani e madri single.
«Ci possono essere cause infettive, metaboliche, cardiache, neurologiche e, purtroppo, anche legate al maltrattamento», sottolinea il dottor Alessandro Amaddeo, direttore del Pronto soccorso pediatrico dell’Irccs Burlo Garofolo. «Purtroppo in molti casi non si riesce ad arrivare a una diagnosi e c’è una quota di decessi non spiegabile». —
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