Neonati goriziani sparsi per tutta la regione
Chiuso il Punto nascita di Gorizia, tutte le future mamme andranno a partorire all’ospedale di Monfalcone. Pareva un’equazione. Sicura, incontestabile, matematica appunto. La Regione, dopo aver azionato le cesoie, era praticamente certa che questo sarebbe stato lo scenario futuro. Questo il ragionamento: facciamo sopravvivere un solo reparto materno-infantile in provincia e grazie all’apporto “goriziano” gli permettiamo di totalizzare più parti, facendolo diventare più sicuro. Ma le cose non sono andate proprio in questa direzione. A evidenziarlo i dati raccolti in maniera certosina dall’assessore comunale al Welfare e all’Assistenza Silvana Romano. Decisivo l’apporto dell’ufficio Anagrafe che ha incrociato tutti i dati, permettendo di avere un quadro scientifico delle nascite dal 21 luglio 2014 (il giorno successivo alla chiusura del reparto goriziano) al 31 dicembre del medesimo anno.
E i numeri smentiscono, in un certo senso, le aspettative della Regione. Non è affatto vero che tutte le mamme goriziane, orfane del proprio amato Punto nascita, abbiano optato per i servizi offerti dal nosocomio monfalconese. L’equazione non è stata rispettata. «Numeri alla mano, sono 95 i parti di donne goriziane (non isontine ma di Gorizia città, ndr) dal 21 luglio al 31 dicembre 2014. Cinquantasei nascite si sono registrate all’ospedale di Monfalcone. Ventinove mamme hanno optato per i servizi del nosocomio di Palmanova. Quattro partorienti hanno scelto Trieste mentre tre hanno vissuto il momento più bello della loro vita all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine». Il quadro è completato dal caso singolo di una mamma che è ricorsa alle cure e alla professionalità della struttura sanitaria di San Vito. E la possibilità di partorire in Slovenia? Le donne goriziane non hanno sfruttato, a quanto pare, questa possibilità perché soltanto due gestanti hanno optato per il parto il Slovenia. Numeri incontestabili che permettono all’assessore Romano di fare una considerazione al veleno. «Non è assolutamente vero che l’ingiusta chiusura del Punto nascita di Gorizia abbia favorito e rinforzato esclusivamente il reparto monfalconese. È vero: più della metà delle gestanti (56 su 95) hanno fatto questa scelta ma, per il resto, il panorama è molto frastagliato. Diciamo che le future mamme sono andate avanti in ordine sparso, scegliendo Palmanova in 29 casi ma ricorrendo, in casi molto più limitati, anche agli ospedali di Trieste e di Udine».
»Pertanto, non mi sembra proprio che sia stato colto il risultato che in tanti speravano. Non è affatto vero che le mamme goriziane si sono tutte rivolte al nosocomio monfalconese».
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