Nell'uovo di Pasqua la sorpresa è su commissione. A Trieste c'è chi trova pure un gioiello
TRIESTE Dalle scatolette di cibo per gatti a preziosi regali, tra cui gioielli e tovaglie in fine Sangallo. Sono tantissime le sorprese bizzarre e probabilmente inaspettate che quest’anno in molti si troveranno all’interno delle elaborate uova create artigianalmente dai maestri pasticceri triestini. La pandemia non ha spento insomma la fantasia dei committenti, prontamente assecondata dai creatori di dolci. Abituato a richieste alquanto speciali è ad esempio Matteo Cadenaro di Cadenaro 1962, azienda con cinque punti vendita in città.
«La scatoletta di cibo per gatti mi è stata richiesta immagino da un amante degli animali. Ma non sono mancate altre sorprese come una lima in vetro da estetista con la scritta “buona Pasqua di evasione”». «In passato – continua Cadenaro - ho dovuto chiedere una liberatoria al cliente perché mi aveva chiesto di confezionare un gioiello di svariate decine di migliaia di euro. Non sono mancati poi le chiavi di una spider regalata alla fidanzata, un orologio di lusso talmente costoso (come una casa) per cui ho dovuto chiedere la presenza del cliente in fase di confezionamento, dei sex toy di classe, il biglietto per una crociera e la fotocopia dell’atto notarile di una casa nuova regalata dai genitori ai figli. Mi sento quasi il tenutario dei segreti dei miei clienti». Un uovo con una vecchia ma preziosa tovaglia in Sangallo, con tanto di tovaglioli, rientra invece tra le istanze palesate alla maison del cioccolato Peratoner, originario di Pordenone e che a Trieste vende il suo cioccolato al Caffè degli Specchi e alla Bomboniera. «La gente vuole trattarsi bene – sottolinea il titolare e mâitre chocolatier Giuseppe Faggiotto – e coccolarsi, soprattutto in questo periodo triste. Abbiamo una fornitura giornaliera di uova, c’è stato un boom e le sorprese richiamano anche gioielli, tra cui anelli». Piccoli semi per fiori sono stati racchiusi invece in un uovo da Lisa Angelini, titolare della pasticceria Liberty, anche ieri pomeriggio impegnata nel confezionamento. «Questa richiesta mi è stata avanzata da una ragazza che si occupa di olioterapia - racconta -. Per il resto non sono mancati anelli di fidanzamento, portachiavi, oggetti in legno e altri di artigianato. Diversi di questi però non li vediamo, perché sono già confezionati. Noi li prendiamo e li inseriamo». Da Penso arrivano papà e mamme con giocattoli e mariti con gioielli. «Ma quest’anno niente gioielli per un nostro cliente abituale. In un uovo da circa 60 centimetri - spiega Rosanna Stoppar, socia del negozio - non ci ha chiesto di mettere il solito Swarovski, ma pinza e presnitz. All’inizio ho detto di no, per paura che l’uovo si rompesse, poi Antonello, titolare della pasticceria con il fratello Lorenzo, mi ha confermato che era fattibile».—
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