Nell’ex Expo un’alta scuola di arti e mestieri targata Illy
TRIESTE. Un Politecnico scuola i formazione del saper fare italiano nell’area dell’Expo. Altagamma, la fondazione presieduta da Andrea Illy che riunisce le imprese di fascia alta del Made in Italy, lancia la nuova scuola nazionale per insegnare le arti e i mestieri dell’artigianato italiano. Il progetto si inserisce nel progetto Nexpo per la creazione di un hub scientifico e tecnologico promosso da Assolombarda. Lunedì 23 novembre si riunirà l’assemblea di Arexpo, la società proprietaria dei terreni di Expo 2015, a Rho, per esaminare l’ingresso del governo nell’azionariato. Risolti i problemi di governance e siglato il protocollo di intesa fra Regione Lombardia e Comune di Milano, si passerà a discutere i progetti concreti. E Altagamma è pronta con oltre 300 aziende disponibili a entrare nella futura fondazione che realizzerà la nuova scuola politecnica del sapere artigiano.
I tesori d’Italia. L’Italia, con i suoi tesori d’arte e la sua tradizione artigiana, vale circa il 10% dell’industria della cultura nel mondo. In fondo, sotto le insegne del Made in Italy, restano il vero motore economico del Paese soprattutto oggi in una fase di costante declino della grande industria alle prese con la rivoluzione 2.0 della nuova economia digitale. Tuttavia questa grande tradizione rischia di impoverirsi. «Ecco perchè -spiega Andrea Illy- vogliamo formare le nuove generazioni della grande manifattura artigiana italiana perchè questo patrimonio di conoscenze nelle arti e nei mestieri non svanisca nel tempo. É il solo modo per riportare in Italia le aziende che delocalizzano: motivare e formare le nuove generazioni sui mestieri tradizionali che hanno reso famoso nel mondo il saper fare italiano.
Il saper fare artigiano. In Italia la rete delle scuole professionali, finanziate dalle Regioni con i fondi europei, e quello degli istituti tecnici statali, è un sistema troppo frammentato. Manca una scuola nazionale di altissimo livello che operi in modo coordinato con gli istituti di formazione». Da qui l’idea di Altagamma, in sintonia con lo stesso ministero dell’Istruzione, di raccogliere risorse provenienti dal sistema pubblico e dall’impresa privata attraverso la creazione di una fondazione alla quale aderirebbero, oltre ad Altagamma, le sue aziende associate, le università milanesi, il Mise, la Regione Lombardia, Unioncamere e alcuni dei migliori istituti di formazione italiani: «Vogliamo formare persone che non siano solo impegnate sul cosa produrre ma anche sul perchè come insegnava Richard Sennet (autore de L’uomo artigiano, ndr). Il nostro obiettivo è di proteggere e arricchire il patrimonio umano di conoscenze teoriche e pratiche delle industrie italiane che forniscono prodotti e servizi di eccellenza», chiarisce Andrea Illy.
Il cluster del caffè a Trieste. La stessa illycaffè, che ha gestito il cluster del caffè all’interno dell’Expo (13 milioni di visitatori, un record), nel tempo è diventata una delle imprese che fanno scuola erogando formazione sia ai propri dipendenti che all’estero. E lo stesso cluster, chiuso il capitolo Expo, nella visione di Andrea Illy potrebbe trasferirsi in permanenza a Trieste nel Salone degli Incanti dopo il grande successo dell’esposizione multimediale “Il gusto di una città”. Illy è reduce da una conferenza mondiale sulla sostenibilità ambientale e sul clima con esperti del calibro di Jeffrey Sachs. É riuscito a convincere a collaborare assieme sui temi dell’ambiente, dello sviluppo e dell’alimentazione (Milano Coffè Legacy) l’intera comunità dei Paesi produttori di caffè che hanno partecipato all’Expo.
Il progetto di Politecnico delle arti e mestieri lanciato da Altagamma - spiega Illy - è il primo programma di collaborazione culturale, tecnica e finanziaria fra pubblico e privato. Si inserirebbe nel polo tecnologico di istruzione e formazione tecnica che avrebbe sede in un “opificio” dell’area Expo: «Vogliamo qualificare il livello della formazione tecnica nel Paese per avvicinarci agli standard di Francia e Germania. In Italia il sistema dei Parchi scientifici, che risale agli anni Novanta, si è sviluppato con troppo ritardo rispetto al resto d’Europa e dei Paesi Ocse», si legge in uno studio di Altagamma. Con alcuni esempi di eccellenza come l’Area Science Park di Trieste che «nasce al servizio degli sviluppi produttivi della ricerca di base». Oggi i 24 Parchi italiani producono un fatturato che supera di poco un miliardo: «Un potenziale che può ancora crescere».
Il primato del Made in Italy. Nel mercato mondiale dei beni e servizi l’Italia detiene una quota complessiva di circa il 10% che sale al 15% nel settore automotive. Ma andiamo forte soprattutto nel design (40%), nella ristorazione (24%), nella moda, gioielleria, cosmetica, profumi (22%): «Siamo in testa a tutte le classifica di preferenza dei consumatori mondiali, fatta eccezione solo per auto e orologi», sottolinea Altagamma. L’economia del beni e servizi assorbe 500 mila occupati con una quota di export del 50% e un contributo al Pil del 4% con forti prospettive di crescita nei prossimi anni. Il Politecnico delle arti e mestieri non vuole così solo raccogliere l’eredità dell’Expo, che ha attirato venti milioni di visitatori, ma potrebbe essere il futuro punto di riferimento di un rilancio della grande tradizione artigiana italiana.
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