Nell’era del web 2.0 l’Odissea diventa un “cinguettio”

La monfalconese Ilaria Dot ha riletto il poema omerico adeguandolo ai tempi di Twitter

E se Ulisse avesse potuto disporre di Twitter? E se i social network odierni, con i loro “cinguettii” brevi e concisi di 140 caratteri costituissero una moderna forma di metrica? Sono le domande da cui è partito l’originale viaggio di Ilaria Dot, giovanissima scrittrice che giovedì alle 18.30 alla galleria La Fortezza di via Ciotti a Gradisca presenterà – affiancata da Carla Giangaspero - il suo debutto letterario “#Odissea-Il viaggio di Ulisse ai tempi di Twitter” edito da La Caravella Editrice.

Il suo è un viaggio fra i miti classici, ma visti con le tecnologie di oggi e soprattutto con un’azzeccata dose di satira e ironia per la nostra società. E chissà che non abbia trovato la chiave per avvicinare un pubblico giovane al grande poema epico di Omero. Chiara Dot è un giovane talento di casa nostra. Ha 28 anni, ha sempre sognato di fare della scrittura il cuore pulsante della sua vita. Laureata in Giornalismo e Cultura editoriale all’università di Parma, è anche una blogger e “twittera” convinta. «L'idea di “#Odissea” é nata improvvisa – racconta - era l'inizio dell'estate, e stavo organizzando una vacanza in Grecia con una mia amica. Gli amici non facevano che postare su twitter le foto delle loro vacanze e io stavo lì, a organizzare il mio viaggio online guardando foto di Itaca. Lì deve essere nata la scintilla: “E se Ulisse avesse avuto twitter?” Il giorno dopo ho iniziato a rileggere l’Odissea. E nel giro di un'estate il libro era finito».

L’Odissea 2.0 di Ilaria Dot è fatta di strutture narrative che vengono brutalmente annullate per trasformarsi nelle menzioni, nei retweet e nei link che compongono qualsiasi timeline di un social network. Nell'era in cui la vita e – a maggior ragione – il viaggio sembrano non avere peso se non si condividono online, Ulisse diventa un personaggio pubblico con milioni di follower e tanto di fanclub ufficiale. Circe é una vittima dei paparazzi, che con la sua bellezza attira contratti pubblicitari milionari. E poi ci sono i lotofagi, comunitá surreale di figli dei fiori che predica il vegetarianesimo e la legalizzazione delle droghe leggere. O, ancora, Nausicaa, adolescente tipo in overdose di hashtag (i “cancelletti”: #), emoticons e gergo giovanile. Penelope, assillata dall’assenza di tweet del marito. Eventi tragici, che nell'originale di Omero ricorrono con frequenza, come l'uccisione di Agamennone o la stessa guerra di Troia, diventano in “#Odissea” processi mediatici su cui i media si gettano come avvoltoi. Sí, perché l'informazione stessa, a ben vedere, ha un ruolo di rilievo in questa sorta di dissacrante poema epico del terzo millennio. Ilaria è una figlia di questi tempi incerti: «Da anni, ormai, passo da una collaborazione a progetto all'altra, sempre nell’ambito della comunicazione e sempre con molto entusiasmo, ma poche certezze. E intanto, scrivendo, viaggiando come il mio Ulisse». “#Odissea” è un omaggio, non vuole in alcun modo sostituirsi all'originale di Omero. Al contrario, l’aspirazione è quella di avvicinare un pubblico giovane ad un Classico ancora, e sempre, in grado di emozionare.

Luigi Murciano

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