Nell’Edificio 117 del Porto Vecchio di Trieste la futura sede del Centro per l’impiego
Via libera della conferenza dei servizi alla fattibilità tecnico-economica del Comune. Una ristrutturazione da 3,3 milioni sui 10,5 stanziati dalla Regione per l’antico scalo
Il recupero dell’Edificio 117 in Porto vecchio ha superato il vaglio della conferenza dei servizi, dove la fattibilità tecnico-economica ha ottenuto il consenso dei partecipanti, comunque scortato da prescrizioni. E si avvia a essere ristrutturato per diventare il nuovo Centro per l’impiego, attività amministrativa che oggi viene svolta in scala dei Cappuccini, tra le vie Pondares e Capitolina.
Il “117” sorge sulla strada che dal varco di Città di Santos, di fianco a Centrale, conduce alla piazza dei Musei (elettrodinamico, “26”, centro congressi): una graziosa palazzina, nel cui giardino pattuglie di migranti hanno schiacciato un pisolino.
Lo stabile rientra nell’accordo stretto nell’autunno 2022 tra Regione e Comune, che codifica il Cencelli degli immobili in Porto vecchio.
Riepiloghiamo: i magazzini-hangar 7-10-118-21 passano alla Regione, il Comune incamera un contributo di 10,5 milioni da utilizzare nell’infrastrutturazione dell’area. Il “117” - come abbiamo appena visto - viene messo a disposizione della Regione previa riqualificazione finanziata asportando 3,3 milioni dai 10,5 prima citati.
L’impegno era consegnare l’edificio rimesso a posto entro tre anni dall’erogazione del contributo: l’intesa risale a due anni fa, bisognerebbe sapere a che punto è la suddetta erogazione, affinchè capire quanto manca al Comune per ottemperare.
Adesso il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica apre la strada all’esecutivo, eppoi alla gara per affidare i lavori. Sui 3,3 milioni previsti, 2,2 sono destinati all’espletamento delle opere: un bel campionario a base di edilizia, impiantistica, riscaldamento, condizionamento, idrico-sanitari e forte sottolineatura sull’antisismica.
Responsabile del procedimento Barbara Gentilini, dirigente comunale dell’Edilizia pubblica. A redigere la fattibilità un veterano delle commesse municipali, lo studio Serteco di Tavagnacco, guidato da Enrico Beltrame: parcella tutto compreso da quasi 160.000 euro.
L’articolatissima conferenza dei servizi ha mobilitato ministero della Cultura, Soprintendenza (prescrizioni), Vigili del fuoco (prescrizioni), Azienda sanitaria (prescrizioni), sette servizi del Comune (una prescrizione), tre della Regione, AcegasApsAmga (prescrizioni), Rfi (Fs), Agenzia delle dogane, Insiel, Edison, Telecom. Mancava solo il Coni!
Nel curriculum del “117” una storia piuttosto lunga di oltre due secoli. Poichè sembra che il primo fabbricato risalisse agli inizi dell’Ottocento. Venne denominato “piccola amministrazione” e fu la prima sede degli uffici portuali. Nel decennio Novanta Marina Monassi, allora segretario generale dell’Autorità portuale, lo elesse come propria sede operativa.
Dopo aver sonnecchiato un paio di decenni, sul “117”, una volta transitato nelle disponibilità comunali in seguito alla devoluzione del Porto vecchio, mise l’occhio l’allora assessore al Personale Michele Lobianco, allo scopo di farne il centro di formazione per i dipendenti municipali. Già allora la fattibilità venne redatta da Enrico Beltrame, con un impegno di 1,8 milioni di euro, ma l’idea s’impantanò ben presto nell’incertezza del finanziamento.
Infine, dal catalogo dei beni culturali comunali si apprende che l’edificio sorge in asse con il Molo III e con l’edificio della Direzione, la costruzione risale probabilmente agli inizi del XIX secolo. Si può ipotizzare che in origine l’edificio fosse costituito solo dalla struttura centrale, con schema planimetrico ad U aperto verso il mare.
La struttura - prosegue la descrizione - si compone di un corpo rettangolare centrale, e da due corpi laterali. Il prospetto principale, rivolto verso la città, presenta una parte centrale a due piani, con portale d'ingresso preceduto da una pensilina. Al pianoterra si trova un atrio rettangolare e un vano scale che conduce ad un corridoio alle cui estremità si uniscono altri due corridoi. —
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