Nelle intercettazioni il timore per il pressing di “Report”

La trasmissione Rai si era interessata a una delle società del gruppo, la “Hibripost”, per violazioni contrattuali denunciate dai dipendenti

TRIESTE. Prima del fiato al collo degli inquirenti, gli indagati avvertivano con preoccupazione il pressing dei giornalisti. È Report a mettere gli occhi sugli affari di Luigi Scavone e dei complici, sebbene per ragioni diverse dai “movimenti” finanziari. . Nei dialoghi intercettati dalla Guardia di Finanza, come riportato negli atti, ne emerge uno in particolare (è maggio del 2017) connesso a un servizio che la trasmissione della Rai intendeva confezionare su “Hibripost”, una delle società del gruppo Alma.

I dipendenti dell’impresa avevano contattato Report per lamentare alcune violazioni contrattuali nei loro confronti. «In particolare – fanno notare gli inquirenti – nei dialoghi intercettati emerge una vicenda relativa a un servizio giornalistico originato da doglianze di dipendenti Hibripost, in ragione del quale gli interlocutori ritengono di adottare alcuni accorgimenti finalizzati alla tutela del gruppo». E così si accordano su cosa dire ai giornalisti.



Ma “Hibripost” è anche una delle aziende riconducibili al gruppo Alma, che entrerà nel mirino degli inquirenti nell’indagine sulla maxi frode finanziaria: la società, stando agli accertamenti, sarebbe stata coinvolta nel meccanismo di indebite compensazioni con crediti Iva inesistenti di altre aziende per l’anno di imposta 2017.



È anche da quella conversazione – precisano gli investigatori che hanno seguito i flussi finanziari – che si evince lo stretto collegamento esistente tra la società beneficiaria delle indebite compensazioni e i soggetti che controllano il gruppo Alma «aventi ruoli di vertice nell’ambito del sodalizio criminoso». —

 

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