Nella Trieste da cartolina la Bora, Miramare e perfino la Ferriera
TRIESTE È un business che a Trieste sfiora i tre milioni di euro all’anno e che pochi immaginano sia ancora così fiorente. È quello delle cartoline. Ogni giorno ne vengono vendute centinaia ai turisti che arrivano in città. Acquistate in minima parte per essere spedite, il più delle volte servono a conservare il ricordo di un viaggio, di una gita, di un’emozione.
Nell’epoca degli smartphone che consentono di immortalare e spedire un infinito numero di immagini, i panorami e gli scorci raccolti nelle cartoline hanno ancora successo. Si trovano nei negozi di souvenir, in alcune tabaccherie, in qualche libreria, nei bookshop dei musei e nei chioschi dediti alla vendita di gadget con l’immagine di Trieste sistemati nel piazzale accanto alla cattedrale di San Giusto o davanti all’Aquario sulle Rive.
Ce ne sono di ogni tipo: più elaborate, chic, talvolta sbiadite dal tempo, più o meno recenti, con le scritte “Saluti da Trieste” oppure “Lucky Trieste”, storiche e divertenti. Quelle immagini esportano un ritratto di Trieste nel mondo. È per questo che fa specie trovare, ad esempio, all’interno del bookshop del Castello San Giusto cartoline che immortalano la Ferriera di Servola. E non in una panoramica che magari racconti di quel rione cittadino, ma un bel primo piano dell’altoforno con il campo di colata. Quella cartolina è stata prodotta nel 1997 dall’assessorato alla Cultura del Comune in occasione dei 100 anni dello stabilimento. Se allora quell’iniziativa poteva trovare qualche consenso, oggi difficilmente quell’immagine rappresenta uno scorcio del quale vantarsi. Nel medesimo espositore, accanto ad alcune cartoline che immortalano gli interni di altri musei comunali, giardini pubblici e il Molo Audace, salta all’occhio anche l’immagine della Costa Favolosa e altre con il primo piano di un bel pastore tedesco, di passerotti o di un gattino che beve del latte da un biberon. «Con l’apertura del nuovo info point dentro il castello di San Giusto avvieremo una revisione completa di quella che è l’offerta di immagini e oggetti che raccontano la città», assicura l’assessore alla Cultura, Giorgio Rossi.
Pullman stracolmi di turisti sabato scorso si sono fermati proprio ai piedi del castello. Lì, a due passi dalla Cattedrale, tre chioschi propongono diversi espositori zeppi di cartoline. «Quelle che immortalano gli effetti della Bora, Miramare e il Molo Audace sono quelle che vendo con più facilità – spiega Matteo, il giovane che gestisce uno dei tre punti vendita –. Le acquistano soprattutto persone non più giovanissime, ma anche i giovani restano rapiti da certi panorami che non sono riusciti a fotografare autonomamente».
Poche le cartoline che immortalano il tram di Opicina, così come quelle che propongono scatti della Barcolana o dei teatri cittadini. A farla da padrone, oltre ovviamente a Miramare e San Giusto, sono soprattutto quelle che riportano la chiesa di San Antonio Taumaturgo vista dal canale di Ponterosso, piazza Unità, il Teatro Romano. Ampia la proposta anche di effige dell’imperatore Massimiliano D’Asburgo e dell’imperatrice Elisabetta.
Nei punti vendita del centro la proposta è di realizzazione più recente, con una grafica decisamente più moderna. Lì le cartoline ritraggono le Rive, la Sacchetta, il golfo di Trieste. C’è persino un’improbabile cartolina che abbina graficamente a piazza Unità, le Rive e Miramare l’immagine di due delfini. Insomma Trieste in chiave Rimini. «Ho gente che negli anni tornando in città viene a salutarmi comperando ogni volta qualche nuova cartolina» racconta Franca, la storica rivenditrice di souvenir accanto all’ex Pescheria. Parla di numeri importanti riferendosi alle vendite delle cartoline Licio Bossi, titolare dei negozi di souvenir “Quel giorno a Trieste” e “Tipicamente Triestino”: «Gli austriaci e i tedeschi amano ancora spedirle – conferma –, altri turisti invece ne acquistano un paio per ricordo. Molto apprezzate sono quelle storiche».
Il costo delle cartoline a Trieste oscilla tra i 50 e i 75 centesimi. La nota stonata è la difficile ricerca dei francobolli. «Briefmarke, briefmarke!» chiedono i turisti ai rivenditori di cartoline, sperando di farsi vendere anche il bollo che permetterà loro di spedire quel ricordo a parenti o amici Oltralpe. I tabaccai si riforniscono raramente. Se ne vendono pochi rispetto ad una volta e spesso i rivenditori ne sono sprovvisti.
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