Nella Gorizia by night sonni tranquilli ma divertimento zero

I giovani universitari si lamentano: «Con questo coprifuoco dobbiamo andare il Slovenia». I gestori: «Hanno ragione»
Bumbaca Gorizia 09/05/2008 Bar Corso affollati - Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia 09/05/2008 Bar Corso affollati - Foto di Roberto Coco

La Gorizia “by night” deve assolutamente cambiare, drasticamente e al più presto. Se da un lato è diventata un centro tranquillo, dall’altro si rivela inospitale per i giovani, nonostante abbia deciso di puntare decisamente sullo sviluppo della città degli studi superiori.

Si tratta infatti di un allarme che richiama al tema dei ragazzi universitari, che - come dimostra questa inchiesta - appaiono sempre meno propensi a passare le serate nel centro della città giuliana.

Come ci spiega Marco Grosso, gestore di un noto caffè in pieno centro ed ex universitario, Gorizia da questo punto di vista “è imbarazzante” in quanto “non offre nulla agli studenti” e c’è una totale mancanza di punti d’ incontro, importanti soprattutto per chi viene da fuori per socializzare con il resto della gioventù.

Oltre a ciò si sentono “ghettizzati”, come ci ha rivelato l’assessore Bellan, «perché malvisti da gli altri cittadini e impossibilitati a relazionarsi con i coetanei della zona».

Un altro problema che certamente non aiuta è l’ordinanza imposta dal comune di chiudere le attività alle 24 nel fine settimana: Emanuele Traini, gestore di un altro noto bar in via Nizza, ci spiega il risvolto negativo che essa porta sull’ economia della città: «Sicuramente l’ordinanza incide tanto sui nostri fatturati rispetto a quanto si potrebbe fare».

Anche Grosso ci spiega infatti che «l’ordinanza dimezza quasi l’ orario di lavoro utile» il che vale a dire meno guadagno e di conseguenza anche meno posti di lavoro, ma soprattutto «non permette quel miglioramento che servirebbe per far risplendere Gorizia». Già, perché avendo l’obbligo di chiusura dell’attività alle 24 e dello spegnimento della musica esterna alle 23 i commercianti non possono proporre niente che sia compatibile con gli odierni orari dei giovani universitari.

A questo proposito Francesco F., studente universitario, ci spiega i suoi orari: «Alla mattina seguo le lezioni all’ università, al pomeriggio studio, almeno fino alle 18, poi cena alle 20, molto spesso in casa, e infine esco con amici o rimango a casa a guardare la televisione».

Invece chiedendo a Marta, studentessa universitaria al terzo anno, scopriamo che la città «non induce noi ragazzi ad uscire, obbligandoci, quasi, a trascorrere le serate in casa o andare a divertirsi nella limitrofa Slovenia».

A questo proposito Traini ci spiega come anche questo abbia ripercussioni negative sull’economia delle attività locali ma anche del nostro paese; infatti molti universitari il mercoledì o il sabato sera «decidono di organizzarsi e trascorrere le serate facendo festini in casa oppure spostarsi nella vicina Nova Gorica» portando quasi quotidianamente capitale al di fuori del nostro Stato e dove non paghiamo le tasse.

La soluzione a questo problema, secondo Traini è di «togliere quest’ordinanza perché non fa né il bene dei commercianti né dei giovani»; per Grosso invece «l’ordinanza non è da abolire poiché aiuta chi la sera vorrebbe dormire in santa pace, ma da rivisitare sensibilmente; intanto sarebbe importante ripristinare i punti di riferimento della vita notturna che attirano tutti i giovani, non solo universitari, e dare la possibilità ai ragazzi di fare festa ricostruendo l’apparato del divertimento che a Gorizia non è stato diminuito ma è stato totalmente cancellato».

Oltre a ciò, far avere a questi ragazzi delle facilitazioni ad esempio nelle attività sportive, sconti nei negozi e nelle attività commerciali e maggiori punti di incontro, con più locali dove incontrarsi e magari anche una discoteca dove divertirsi e scaricarsi dopo una settimana di studio.

Patti Omar

classe 3.a linguistico

Liceo delle Scienze Umane

e Linguistico Scipio Slataper

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