Nella chiesa di Vrtojba Marx sta all’Inferno
Non serve spingersi fino in Montenegro per vedere Marx finire all’Inferno in un dipinto della chiesa ortodossa della Resurrezione della città di Podgorica.
Basta percorrere pochi chilometri in direzione di Vrtojba e la scena sarà più o meno identica. Lo testimonia Dario Stasi, direttore di Isonzo Soca, appassionato e autorevole narratore dei microcosmi del Goriziano rigorosamente senza confini.
Si tratta della chiesa del Sacro Cuore, eretta su progetto di Max Fabiani e consacrata nel 1925 all’arcivescovo di Gorizia Francesco Borgia Sedej. Nel 1957 fu arricchita da alcuni bei dipinti del noto pittore sloveno Tone Kralj. Tra questi dipinti si trova una grande pala che rappresenta il Cristo trionfante fra uomini “buoni” destinati al Paradiso (a sinistra di chi guarda) e uomini “cattivi” destinati all’Inferno fra i quali il più in vista è Karl Marx.
Spiega Stasi la sua sorpresa: «Ho scoperto questo dipinto qualche hanno fa leggendo una biografia di Tone Kralj ma ero convinto che Marx fosse stato messo dal pittore fra i “buoni”, in fondo stava dalla parte dei poveri, dei proletari, e poi nel 1957, quando Kralj dipinse in quella chiesa, la Jugoslavia non era un satellite dell’Unione Sovietica ma il governo di Tito si ispirava inequivocabilmente al marxismo; per cui secondo logica l’autore del Manifesto del Partito Comunista sarebbe dovuto stare fra i buoni. Invece no. Il cattolico Kralj ha messo Marx col suo Capitale fra Giuda che stringe i trenta denari, Erode massacratore di neonati, Salomè che regge un vassoio con la testa di Giovanni Battista e altri figuri di questa risma. Ma sorge spontanea una domanda: come mai il pittore ha potuto trasgredire pubblicamente i dettami del socialismo senza la censura del regime? Mistero».
Sta di fatto che per non scontentare nessuno e affermare il principio di libertà insito nell’espressività artistica Kralj ha praticato una sorta di par condicio quando ha ridipinto, già nel 1944, la splendida chiesetta di Soca, il paese che battezza il fiume sgorgante pochi metri più in su, in val Trenta.
Nella chiesetta, risalente al 1893, Tone Kralj ha dipinto la testa di Mussolini sotto i piedi dell’arcangelo Michele con la spada sguainata. Torniamo ora a Podgorica dove l’artista è rimasto anonimo e le cui generalità sono difese da padre Dragan, il quale, non esita a spiegare il motivo della scelta artistica. In questo caso Marx è in buona compagnia con Engels e addirittura il maresciallo Tito: «Che fossero atei lo si sapeva. Che dalle loro idee i diritti umani non ne abbiano guadagnato molto è un dato acclarato dalla storia. E così per loro si sono spalancate le porte dell’Inferno. Marx, Engels e Tito rappresentano il male nei Balcani, ed in modo assoluto».
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