Nel segno d’Europa: i big spingono Gorizia-Nova Gorica Capitale europea della cultura

Venerdì 18 dicembre si conoscerà l'esito della candidatura congiunta delle due città al titolo del 2025. Ecco le parole di Paolo Mieli, Ferruccio de Bortoli, Massimo Cacciari, Vittorio Sgarbi, Ernesto Galli della Loggia, Quirino Principe, Sergio Romano, Marcello Veneziani e Alessandro Barbero per quella che potrebbe essere un'occasione storica per l'Europa. (Testi e interviste di Alex Pessotto, speciale web a cura di Elisa Lenarduzzi)

GORIZIA Occorre attendere le 14 di venerdì 18 dicembre, quando sapremo se Nova Gorica sarà la Capitale Europea della Cultura 2025. Per quell’anno, infatti, il titolo spetta a due città del Vecchio Continente: una tedesca e una slovena. Per la Germania, la Capitale Europea della Cultura sarà Chemnitz: è stata nominata di recente. Le città slovene rimaste in gara sono Pirano, Lubiana e Ptuj, oltre a Nova Gorica: Lendava e Kranj non hanno infatti superato la prima fase. Gorizia attende con una certa ansia la scelta della commissione. Perché? Per un motivo molto semplice: ha sostenuto, e fin dal primo momento, la candidatura di Nova Gorica, al punto che si deve parlare di una candidatura congiunta tra le due città.

Capitale della Cultura 2025, Gorizia e Nova Gorica approdano in finale
Il selfie dopo l'annuncio dell'approdo in finale (Oreti via Twitter)

Insomma, nel 2025 Gorizia-Nova Gorica auspicano di avere quel ritorno economico e di immagine che ha connotato Matera: la città lucana, infatti, è stata Capitale Europea della Cultura 2019. Ma l’anno scorso il titolo spettava a una città italiana (oltre che a una città Bulgaria) e l’Italia deve aspettare il 2033 prima di poter avere un’altra Capitale Europea della Cultura.

In caso di vittoria, Gorizia (assieme a Nova Gorica, certo) farebbe sì che i riflettori si accendessero quindi sull’intero territorio. In ballo ci sono almeno 23 milioni di euro per una lunga serie di progetti. A questi 23, si aggiungerebbe poi qualche altro milione di euro per riqualificare piazza Transalpina e per investimenti di ordine strutturale. Si tratterebbero di fondi che andrebbero a supportare la candidatura e, quindi, a beneficiarne sarebbe l’intera comunità.

Il logo della candidatura
Il logo della candidatura

Ieri, intanto, il “bid book”, il documento sul quale si baserà la valutazione della giuria (dieci operatori culturali provenienti da diversi Stati e due dalla Slovenia), è stato presentato dal gruppo di lavoro che supporta la candidatura, dal direttore del Gect GO, Ivan Curzolo, oltre che dai sindaci Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavic. E se alla candidatura di Pirano hanno dato sostegno nei giorni scorsi i rappresentanti della Comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia, Gorizia incrocia le dita. Mancano, ormai, poche ore. 

Intanto a spingere la candidatura congiunta di Gorizia-Nova Gorica sono nove intellettuali, che hanno espresso così la loro opinione:

Alessandro Barbero

Alessandro Barbero
Alessandro Barbero

«Dopo un ’900 contrapposto destino condiviso per le città»

«Le contrapposizioni che ci sono state nel passato tra l’Italia e l’ex Jugoslavia non hanno più la stessa asprezza, anzi. Gorizia e Nova Gorica continuano a essere due città separate, come Italia e Slovenia sono due Stati diversi, ma due Stati amici. Le due città possono allora avere un destino condiviso: nascono da memorie contrapposte, ma puntano a un presente e un futuro non più contrapposto. La candidatura offre quindi una prospettiva positiva e incoraggiante: significa che Gorizia e Nova Gorica sperano di ottenere, assieme, la vittoria: dopo che nel ‘900 certe situazioni si sono incancrenite producendo orrori da entrambe le parti mi pare semplicemente un’ottima cosa».  

Ferruccio De Bortoli

Ferruccio De Bortoli
Ferruccio De Bortoli

«Sembra di riunificare Berlino e questo supera le concorrenti» 

«Quello tra Gorizia e Nova Gorica non era un semplice confine tra due nazioni, ma tra due blocchi contrapposti dalla cortina di ferro. E in un momento nel quale parliamo più di confini che di orizzonti, l’idea di candidare insieme le due città ha un significato che si può paragonare alla riunificazione di Berlino. Poi, è sempre bene ricordare che i muri non devono cadere soltanto fisicamente, ma anche nelle menti, nei cuori delle persone: occorre sempre costruire legami, ponti, evitando la formazione di nuovi pregiudizi, di nuovi nazionalismi. La candidatura congiunta, allora, ha forse un significato superiore a quella delle altre concorrenti slovene».  

Marcello Veneziani

Marcello Veneziani
Marcello Veneziani

«Epicentro della Mitteleuropa dal confine che unisce e divide»

«Se la vicinanza di Gorizia non fosse stata, da parte di Nova Gorica, adeguatamente valorizzata, sarebbe meglio pensare alla vittoria di Pirano o di Lubiana. Sì, non vedrei alcuna ragione specifica per premiare l’altra parte della città se non nel fatto che è legata a Gorizia: uno degli epicentri della cultura mitteleuropea. Ma accettando l’idea che c’è una sola anima della città che si esprime in due modi diversi, la candidatura possiede eccome una ragione di essere. Concepita in questi termini mi sembra un’idea positiva e la valorizzazione del confine, un crinale che al tempo stesso unisce e divide due mondi, mi sembra motivo in più per pronunciarsi a favore della vittoria».  

Massimo Cacciari

Massimo Cacciari
Massimo Cacciari

«Storia, persone e sofferenze Ideale scelta transfrontaliera»

«Quella della candidatura mi pare un’idea molto bella, ma anche molto sensata: rappresenta l’indicazione di quella volontà transfrontaliera, transnazionale, che deve essere proprio al cuore degli interessi europei. Una candidatura, per esempio, come quella di Pirano non può certo essere paragonata a quella di Nova Gorica-Gorizia, mentre Lubiana è una capitale mitteleuropea, ma l’ipotesi di una vittoria di Nova Gorica mi pare più affascinante, anche in considerazione della storia di Gorizia: una storia drammaticamente di confine, che appartiene in tutti i sensi alla storia della Mitteleuropa, con le sue grandi personalità, le sue vicende passate, le sue sofferenze».  

Ernesto Galli Della Loggia

Ernesto Galli Della Loggia
Ernesto Galli Della Loggia

«L’unione dei popoli tra gli Stati alla base del vecchio Continente»

«L’idea della candidatura ha alla base il superamento delle nazioni, dei confini: quindi, rappresenta un fatto positivo e lo stesso si dovrebbe dire dell’eventuale proclamazione. Poi, certo, guardando le altre città in gara per il riconoscimento, se la Contea di Gorizia ha una sua importanza, Lubiana ha un’altra storia, di maggiore consistenza, di spessore superiore. Occorre necessariamente comprendere, quindi, quale criterio adotterà la commissione valutatrice per operare la scelta. Quella congiunta di Gorizia-Nova Gorica è molto forte, proprio perché esprime in maniera eccellente, direi simbolica, l’ideale dell’unione dei popoli tra gli Stati europei».

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

«Premiare l’identità congiunta sarebbe davvero lungimirante» 

«Quello delle Capitali Europee della Cultura è un tema che conosco molto bene. A Matera, il percorso dal 2014 al 2019, quando la città è stata appunto Capitale Europea della Cultura, è stato davvero esaltante, ma proprio nel 2019 non sono state fatte cose straordinarie. Per quanto riguarda Gorizia-Nova Gorica mi sento di raccomandare la candidatura: la proclamazione sarebbe una formidabile opportunità perché tiene assieme due nazioni confinanti, un tempo in conflitto, ma unite oggi da un’unica idea. Premiare l’identità congiunta di queste città, che erano una sola, ma divisa in due nazioni, sarebbe, da parte della commissione, una scelta molto lungimirante».

Paolo Mieli

Paolo Mieli
Paolo Mieli

«Un grande valore simbolico con l’abbattimento dei muri»

«Quando sono venuto in città, di recente, sono stato tra i primi ad auspicare la vittoria di Gorizia-Nova Gorica. Si tratta di una candidatura di grande valore simbolico perché ha alla base un tangibile, concreto abbattimento dei muri che, della candidatura, costituisce la principale ragion d’essere. La proclamazione sarebbe quindi di grande importanza per un’Europa che, dovendo riflettere sul proprio futuro, non può non desiderare l’abbattimento dei muri. Pertanto, trovo la proclamazione auspicabile: sarebbe la migliore scelta possibile. Del resto, non credo che nessuno né nell’ex Jugoslavia né tanto meno in Italia possa dichiararsi contrario».

Sergio Romano

Sergio Romano
Sergio Romano

«Questa è unità del buon senso al di là del conflitto mondiale» 

«La candidatura mi sembra una buona idea. Il fatto stesso che le due città siano state d’accordo nell’affrontare assieme il percorso significa che sono consapevoli che la loro unità va al di là delle decisioni prese dopo la seconda guerra mondiale. L’iter della candidatura, quindi, pur lasciando intatte le due amministrazioni – perché le due città continueranno ovviamente a far parte di due Stati diversi e non mi spingo fino al punto di desiderare un’unità politica –, mi porta ad approvare quella che, in caso di vittoria, finirebbe per costituire un’unità culturale: in sintesi, la definirei un’unità del buon senso che restituirebbe al territorio ciò che, nel passato, è venuto meno».

Quirino Principe

Quirino Principe
Quirino Principe

«Associate due realtà adiacenti che non hanno alcun paragone»

«Non perdonerei di certo quelli che hanno compiuto i crimini delle foibe, ma non vedo perché si dovrebbe continuare a serbare rancore nei confronti degli sloveni. Ben venga, quindi, un gesto simbolico come quello di una candidatura comune che possa mettere fine a contrapposizioni molto drastiche e molto dolorose. Pertanto, il mio, è un sì assoluto. Comunque, anche senza un’uscita da questo cono d’ombra di ostilità reciproca, associare due città adiacenti per un identico percorso sarebbe di grandissimo interesse: non so quali altri esempi si possano infatti avere in Europa di ciò che Gorizia e Nova Gorica sono e rappresentano».

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