Nel Pdl triestino chiarimenti a muso duro Si riparte dal no al Piano traffico

Toni a tratti molto accesi nella riunione-fiume del coordinamento. Di Rovis l’intervento più critico mentre il “caso revisori” del Comune ha fatto alzare la tensione tra Marini e il duo Bertoli-Giacomelli
Foto BRUNI Trieste 26 01 2011 PdL Regione Conferenza-Tononi e Savino
Foto BRUNI Trieste 26 01 2011 PdL Regione Conferenza-Tononi e Savino

Se le sono cantate per tre ore e mezza, perché tanto è durato l’altra sera il coordinamento provinciale del Pdl riconvocato dopo quasi un anno. Pochi, però, confessano d’aver sentito acuti e voci grosse una sopra l’altra, nonostante l’assolo di Paolo Rovis, criticissimo verso la gestione delle più recenti campagne elettorali (presumibilmente anche perché scottato dalla sua esclusione dalle liste per le regionali), e nonostante i coltelli volati durante la discussione sul “caso revisori” (Giamporcaro fuori dal collegio comunale e Mazzi dentro col Pdl che si è fatto beffare da un accordo sotterraneo tra Un’altra Trieste, Lega e franchi tiratori del centrosinistra) tra Bruno Marini da una parte e Everest Bertoli e Claudio Giacomelli, il capogruppo e il suo vice in Municipio, dall’altra.

Ma, ora che hanno finito di cantarsele, nel partito la musica è cambiata, si è fatta più armoniosa di com’era negli ultimi mesi, prima di quelle tre ore e mezza. E qui sì che tutti si affannano a sottolinearlo. A giurare, appunto, che la musica è cambiata. In meglio. La seduta spiritica del Pdl, dunque, è servita a qualcosa. I berluscones hanno battuto un colpo, e probabilmente sono pronti, adesso, a batterne più d’uno. Bersagli: Roberto Cosolini e l’amministrazione comunale di centrosinistra. Perché è a Palazzo Cheba - fanno capire un po’ tutti - che va ingaggiata la vera lotta politica.

I bisbigli della vigilia - che raccontavano di un ticket Sandra Savino - Piero Tononi, ovvero coordinatrice e vice vicario, preparati a dare una scossa ai consiglieri comunali nella prospettiva di un’opposizione più cattiva - si sono tradotti alla fine in un breve comunicato di resoconto della serata, nel quale, guarda caso, si parte dal Piano del traffico. Materia comunale, fino a prova contraria. Il coordinamento (come si legge a lato, ndr) ha deciso infatti di convocare prossimamente una «riunione allargata» di consiglieri comunali e circoscrizionali per imbastire insieme una strategia per combattere il documento fin qui redatto dall’amministrazione Cosolini e prossimo al vaglio dello stesso Consiglio comunale. Tutto, o quasi, è passato appunto per un comunicato. Metodo mutuato evidentemente dal Pd, dove son maestri nel chiudersi a riccio per poi parlare con una voce sola quando i temi sul tavolo scottano. «È stato un momento di chiarimenti importante, dove si è fatta politica seria, anche nelle migliori famiglie può capitare di mandarsi a quel paese», riferisce Piero Camber, il solo dei big con Sergio Dressi - oltre al fratello Giulio, che nemmeno c’era ma non è una novità, questa, ai coordinamenti - a non aver preso la parola, così almeno raccontano i dietro le quinte. «È stata una riunione lunga, proficua e serena, in cui il coordinamento ha espresso apprezzamento per il lavoro dei consiglieri comunali, invitando tutti i colleghi a prendere esempio da noi», aggiunge dal canto suo Bertoli. «Non sono autorizzato a parlare», la chiude subito Rovis, il quale poi, nel pomeriggio, s’affida a mente fredda a un comunicato personale, annunciato peraltro ai colleghi, per smentire le voci che lo vorrebbero in partenza dal Pdl, destinazione Fratelli d’Italia. «La mia stima per Crosetto - scrive Rovis - è cosa nota fin da quando si opponeva in Parlamento ai devastanti provvedimenti del governo Monti. Tuttavia, sono da sempre convinto che le battaglie per affermare idee e proposte si combattono lealmente all’interno del proprio partito. Continuerò a portare il mio contributo di proposte e idee. Consapevole che potrei, talvolta, risultare scomodo». «Ma chi ricerca silenzi e oziosa comodità si trovi un intimo salotto vellutato, non un partito di grande rappresentanza popolare», il messaggio di Rovis, che - si dice - abbia avuto il fegato di portare dentro il coordinamento, sotto forma di critica, le malizie che circolano a proposito di un Pdl “impegnato” a perdere le regionali pur di non far diventare Dipiazza vicegovernatore.

«Il mio intervento - si limita a dire Marini - è stato in parte volutamente provocatorio perché preferisco un coordinamento lungo, aspro e schietto, piuttosto che un coordinamento cloroformizzato. Siamo un grande partito, e in un grande partito ci sono più punti di vista. Non siamo mica il Partito liberale di Maurizio Facchettin». Ovvero lo storico fedelissimo di Antonione. Il nemico che stava in casa e che ora, quello sì, è fuori.

@PierRaub

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