Nel mare di Pago rinvenuti due ordigni bellici

Le mine trovate a 4 metri di profondità sono rimaste inesplose per 75 anni. Potrebbero contenere 500 chili di esplosivo

FIUME Una performance che ha dell’incredibile, con due mine navali – risalenti all’ultimo conflitto mondiale – ritrovate nello spazio di poche ore. Il noto ricercatore subacqueo fiumano Velimir Terzic ha fatto tesoro della segnalazione dell’amico connazionale Petar Smojver, tra i più apprezzati velisti croati, il quale giorni fa aveva rivelato al quarnerino di avere notato uno strano oggetto sui fondali di una piccola baia nella parte settentrionale di Pago, isola dell’Alto Adriatico. Incuriosito, Terzic – che in quel momento si trovava proprio nelle acque di Pago – si è diretto con il suo scooter subacqueo verso l’area segnalatagli da Smojver e dopo avere percorso 2 chilometri ha rinvenuto la mina. «L’ordigno giace a 5 metri di profondità – spiega Terzic – e tutto lascia supporre si tratti di una mina di fabbricazione tedesca, modello Emc.

Dopo avere contrassegnato la posizione, il ricertcatore subacqueo ha voluto insistere: dopo avere percorso poco più di mezzo miglio, ha rinvenuto una seconda mina navale, quasi sicuramente di produzione tedesca e del modello Umb, adagiata a 4 metri di profondità. «Da non credere. Due residuati bellici in un solo giorno e, come se non bastasse, nelle vicinanze ho trovato pure l’attrezzo su cui nelle navi posamine vengono adagiati gli ordigni prima di venire scaricati in mare» aggiunge Terzic. Dopo le scoperte, il ricercatore ha allertato immediatamente la Questura della Regione della Lika e di Segna, il ministero croato della Marineria e Trasporti e le altre competenti istituzioni, dicendo di avere fatto luce su due mine collocate più di 75 anni fa e che potrebbero contenere da un minimo di 70 ad un massimo di 500 chili di esplosivo.

Per anni, anzi per decenni, nell’area sono state calate le ancore di chissà quante imbarcazioni e solo per fortuna le mine non sono state colpite e deflagrate. Ora l’operazione di bonifica spetta agli uomini rana, ai valenti artificieri del ministero dell’Interno che avranno il non facile compito di disattivare queste micidiali armi. Durante la fase finale del secondo conflitto mondiale, le forze armate tedesche – data la penuria di aerei e navi a disposizione – disseminarono nelle acque orientali dell’Adriatico circa 6 mila mine, la cui gran parte venne disattivata dopo la fine del conflitto. Qualcuna però non è stata ancora rinvenuta, come è il caso di Pago. Un fatto che costituisce un grave pericolo, specialmente per i diportisti.

Terzic, che quest’anno ha ritrovato una mina navale di fronte al rione orientale fiumano di Pecine e i resti di una nave degli antichi romani nelle acque dell’isola di Veglia, ha un sogno nel cassetto: «La Repubblica di Venezia decise nel 1610 o nel 1611 di inviare una grossa flotta affinchè attaccasse la città di Buccari, nel Quarnero. Durante l’assedio, le forze uscocche riuscirono ad affondare la nave ammiraglia della Serenissima. Il relitto della nave si trova sicuramente nei pressi di Buccari e il suo ritrovamento è per me una sfida che voglio vincere». Appassionato del mare, di quanto custodisce e dei suoi segreti, Terzic ha voluto acquistare uno scooter subacqueo del costo di 7 mila e 500 euro, che gli consente di ispezionare in tempi rapidi ampi tratti di fondale.–

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