Nel Goriziano tante farfalle quante in tutta la Gran Bretagna
GORIZIA Dopo il Calvario, il Preval. La ricerca sulle farfalle del Museo di Scienze naturali “Alvise Comel” di Gorizia raddoppia: per la sua seconda edizione, il “Progetto Calvario-Monitoraggio lepidotteri” della sezione Entomologica non solo si è allargato dalla zona di Lucinico a quella della vicina oasi, ha anche esteso il campo di ricerca alle libellule e ad altri insetti. E le sorprese non sono mancate. Nei due anni di lavoro, i ricercatori goriziani hanno individuato e fotografato 54 specie diverse di farfalle. Per capire meglio il risultato, il presidente dell’associazione “Comel”, Giuliano Spangher, ricorda che in tutta la Gran Bretagna ne sono state registrate meno di 60.
A questo progetto sono state dedicate nella sala principale del museo anche alcune bacheche illustrative e dei pannelli illuminati per le foto oltre alla grande bacheca centrale dell’aula di entomologia. Nell’ampia sala della sede di via Brigata Avellino si può ammirare il panorama entomologico dell’Isontino, ma chi vuole approfondire lo studio può utilizzare anche due microscopi, uno dei quali è stato acquistato di recente grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia.
I monitoraggi di farfalle si eseguono in tutto il mondo con una procedura codificata da Geo Bon (Group on Earth Observations - Biodiversity Observation Network) e sono quindi facilmente confrontabili fra loro. Gorizia (con Calvario e Preval) è l’unico sito in Italia aggiunto alla rete internazionale.
Il monitoraggio del Calvario e del Preval è stato esteso alle libellule e ad altri insetti. «Abbiamo fotografato più di una dozzina di specie di libellule e damigelle», ricordano dall’associazione “Comel” sottolineando che grazie alla segnalazione della socia Emma Bonato, a Gorizia, in prossimità del viale 20 Settembre, è stata ritrovata morta «la preziosa e rara libellula Cordulegaster heros, sino ad ora segnalata in Italia solo nel rio Smiardar di Cormons e sotto le falde dello stesso Monte Calvario».
La sezione entomologica, per quanto riguarda i coleotteri, è curata da Fabio Nicoli mentre quella dedicata al “Progetto Calvario” è scientificamente coordinata dall’entomologo di Liverpool Peter McGrath, coadiuvato da Giuliano Spangher (che si occupa delle correlazioni con la geologia del territorio e la logistica delle ricerche), Dusan Cernic (correlazioni con la botanica), Giorgio Santoro (libellule e altro), Livio Poldini (botanica, ambiente, ecologia), Graziella Bressan, Marina Cernic e Jurko Lapania (ricerche sul campo).
Un rapporto pubblico sull’andamento dell’iniziativa sarà illustrato in ottobre da Peter McGrath e alla fine la ricerca verrà pubblicata sulla rivista “Natura goriziana”. «I nostri dati - fa sapere Spangher - saranno condivisi con l’European Butterfly Monitoring Programme, il Programma europeo di monitoraggio delle farfalle». —
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