Nel girone budget della Triestina calcio secondo solo a quello del Vicenza

I contratti della squadra pesano per 6 milioni mentre la classifica è da play-out. Anche Padova e Pordenone sono dietro all’Unione. Il Renate spende un milione
Ciro Esposito

 TRIESTE A vedere i numeri di quanto spendono solo per la prima squadra i top club della serie C fa una certa impressione. In tutto sono 130 milioni di euro (con in testa il Crotone a oltre 7 milioni) e la Triestina per la stagione in corso ha sottoscritto contratti al primo settembre per oltre 6 milioni di euro. Eppure c’è poco da stupirsi sull’ammontare dell’investimento fatto dal presidente Giacomini.

È stato lo stesso numero uno a dichiarare pubblicamente a settembre che la cifra stanziata era del 25-30% superiore a quella della stagione scorsa. E poiché il tandem Milanese-Biasin aveva definito un budget iniziale di circa 4,5-5 milioni di euro i conti tornano. Non tornano invece i conti sui risultati finora ottenuti dalla squadra.

Se infatti la Triestina a livello di budget (al netto degli emolumenti per dirigenza e gestione del club, incentivi all’esodo, settore giovanile e quant’altro) nel Girone C si colloca di pochissimo alle spalle soltanto del Vicenza della famiglia Rosso, dall’altra nella classifica dei risultati ottenuti sul campo si ritrova al terzultimo posto. Più di qualcosa non ha funzionato finora ma i conti si fanno alla fine. Sul piano dei risultati talvolta il noviziato porta un prezzo da pagare, anche se quello in casa Unione per ora è molto salato.

Tanto per fare un esempio la Ternana presa da Bandecchi (proprietario dell’Università Unicusano) nel 17-18 retrocesse dalla B e nel 2018-19, l’anno di grazia per l’Unione di Pavanel, con uno squadrone giunse 11a e nell’anno successivo si fermò ai play-off, prima dell’annata trionfale con la promozione in B. Ad ogni modo il budget dell’Unione è di primissimo ordine e anche il paperone Vicenza ha avuto finora le sue belle problematiche da sbrigare. Dei 6 milioni e passa poi quasi 1,5 milioni sono di parte mobile del contratto, bonus e premi. Parte di questi potrebbero non essere raggiunti dai tesserati.

Nella graduatoria dopo Vicenza e Unione troviamo il Padova (5,6) e il Pordenone, a quota 5 milioni, appena retrocesso dalla B. Quinto è il facoltoso Novara (oltre 4 milioni), segue di molto la Pro Vercelli. Sale la graduatoria degli investimenti anche il Trento (2 milioni) di patròn Giacca che. forte di un partenariato diffuso suche di anno in anno si sta ampliando, supera di poco la solita FeralpiSalò del tycoon dell’acciaio Pasini con poco più di 2 milioni. La soglia dei 2 milioni o giù di lì è quella della sostenibilità finanziaria in piazze medio-grandi.

Nel caso dei top club sono quindi parecchi i milioni iniettati ogni anno da presidenti e soci per ripianare la perdite. La gran parte delle protagoniste nel girone degli alabardati, così come negli altri, si muove su un budget compreso tra 1 e 1,5 milioni. Nel raggruppamento A sono quasi la metà (fuori graduatoria è la Juve Next Gen perchè è un ramo della Juventus FC) i club che possiamo definire virtuosi sul piano dei costi. Il caso più eclatante è il Renate che con 1 milione, è secondo in classifica ma soprattutto si tiene da anni nelle posizioni di vertice. Evidentemente quelli dell’hinterland milanese ci sanno fare.

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