Nel cuore dell’Explora, la nave delle ricerche
Open day da tutto esaurito per l’Ogs Explora: evento esclusivo organizzato per la prima volta dall’Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale, la due giorni (si prosegue oggi) di visite a bordo dell’unica nave italiana da ricerca con capacità oceaniche ha riscosso una risposta entusiastica. I cittadini hanno letteralmente intasato le linee telefoniche già lunedì scorso, all’apertura delle prenotazioni: in poche ore i turni di visita erano pieni. Moltissimi i delusi, mentre circa 600 persone - familiari dei ricercatori impiegati a bordo, studenti, giovani e non anche dal Veneto e dalla Slovenia - hanno potuto effettuare il tour guidato e conoscere un’imbarcazione di riferimento mondiale per le ricerche geofisiche e oceanografiche. A gruppi di 15 persone - moltissimi i bambini - i visitatori sono stati accompagnati nel salone di accoglimento, fulcro delle attività sociali di bordo e poi sottocoperta nel laboratorio di navigazione: «Siamo nel cervello dell’Explora, da dove si controllano sia il posizionamento e la rotta della nave (fondamentale per garantire la precisione delle acquisizioni, nda), sia i dispositivi di rilevamento dati per le analisi delle acque e della morfologia dei fondali», spiegano le ricercatrici.
Nel laboratorio biochimico, invece, si è potuto guardare da vicino la strumentazione per lo studio dei parametri chimici da analizzare a bordo subito dopo l’acquisizione dei campioni d’acqua, come l’ossigeno e il Ph, e per il processamento degli stessi per le successive analisi a terra. Un passaggio nella rumorosa sala macchine, con i due motori da 1700 cavalli e i compressori d’aria per l’alimentazione dei dispositivi per le attività di ricerca, e su in plancia di comando a conoscere il padrone di casa: il comandante Franco Sedmak. «Potete vedere il quadro di strumenti per la navigazione e quello per le comunicazioni, che ci consente di connetterci con la terraferma da ogni parte del globo», ha illustrato Sedmak mentre i più piccini si accalcavano in prossimità del timone, aspettando che mamma o papà immortalassero il momento con una foto. «Chi vuole può indossare il mio cappello», l’allettante invito del capitano ai piccoli.
All’esterno della plancia, punto in cui si ha la messa a mare della strumentazione scientifica (i cannoni ad aria compressa e il cavo sismico, il carotiere per i campioni del fondale marino e la “rosette” per i prelievi acquei), il comandante ha fatto vedere l’attrezzatura di salvataggio: scialuppe, service boat e battello di emergenza per 42 persone in grado di evacuare in una sola volta l’intero equipaggio, composto da circa 35 elementi tra marittimi e ricercatori. «Mi spiace di non aver potuto ospitare le scolaresche causa il tempo limitato a disposizione. L’Explora è una nave che non si ferma mai, siamo appena arrivati e già ripartiamo per un progetto di ricerca in acque slovene. Sarebbe stata una bella opportunità per tutti gli studenti, ma tra le tante richieste abbiamo ritenuto doveroso dare precedenza ai ragazzi del Nautico», ha detto Sedmak. Che proprio ai futuri marittimi ha lanciato un consiglio: «Non studiate solo per diventare capitani, prima navigate».
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