Nel Borgo Molamatta Gradisca e Farra tornano unite dai ponti

Gli agricoltori di una sponda possono raggiungere i campi Ma è attesa la messa in sicurezza della Roggia dei Mulini 



Operazione conclusa: gli abitanti e agricoltori della “Molamatta” non dovranno più compiere mille peripezie per spostarsi all’interno del proprio borgo. Sono stati ultimati i lavori nel piccolo borgo a cavallo fra Gradisca e Farra d’Isonzo: i residenti della zona, che negli anni a fatica avevano digerito l’impatto paesaggistico dell’intervento di messa in sicurezza idraulica seguito alla drammatica alluvione nel vicino borgo del Salet del 2009, attendevano da tempo anche la collocazione di due ponticelli chiamati a collegare le due sponde della Roggia dei Mulini. Due piccole infrastrutture che ora consentiranno agli agricoltori che risiedono su una sponda della roggia, ma hanno i propri appezzamenti sull’altra, di svolgere comodamente e in sicurezza il proprio lavoro.

«L’intervento conclusivo nella Molamatta – spiega l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Pagotto – ha costituito un appendice del secondo lotto di messa in sicurezza idrogeologica della Roggia dei Mulini (che nel frattempo attende il completamento della terza ed ultima tranche, ndr). Questo perché alcuni rallentamenti legati ai problemi della precedente impresa e altri iter autorizzativi hanno rallentato un po’ il tutto. Avremmo voluto farcela entro l’estate». I due collegamenti sono stati realizzati dalle imprese Bedin di Villesse e Cima di Gradisca n.

Borgo Molamatta – nome dovuto alla leggenda di una ruota impazzita, “mola matta” appunto, di un mulino – è un angolo gradiscano seminascosto e quasi sconosciuto ai più. Ha dei vincoli storici e una particolarità: è condiviso fra due comuni, con i numeri civici di Gradisca su un lato della strada e quelli appartenenti a Farra, dall’altro. In mezzo, a fungere da confine, proprio quei ponticelli sulla “roja”, la Roggia dei Mulini: un corso d’acqua che sin dal 1529 era prezioso per il lavoro di tre mulini. Fra il 2009 e il 2013 gli abitanti si erano visti edificare un muro di quasi 3 metri a ridosso delle abitazioni. In cemento armato. Imponente. Fuori contesto, secondo gradiscani e farresi della zona.

«Ma bisogna riconoscere che nel frattempo ove possibile si è coperto quel “pugno nell’occhio” con dei rivestimenti in pietra che rispettano maggiormente le caratteristiche della borgata», avevano riconosciuto i residenti. Il problema che rimaneva era quello del collegamento fra le sponde. Un altro ponte, quello all’ingresso del borgo Salet, si trova in fase progettuale e concluderà la lunga – oltre 16 anni – messa in sicurezza delle zone fluviali gradiscane. —



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