Nel 2021 l’ultima intervista di Silvio Berlusconi a Il Piccolo: «Il partito unico è un sogno realizzabile. Dipiazza? Il sindaco di tutti»
Nel giorno della morte dell’ex premier riproponiamo l’ultima intervista rilasciata al Piccolo in occasione delle elezioni comunali 2021
Nel giorno della morte di Silvio Berlusconi riproponiamo l’ultima intervista rilasciata al Piccolo in occasione delle elezioni comunali 2021
TRIESTE Insoddisfatto per l’esito del primo turno e convinto che dalle urne esca la richiesta di un centrodestra europeista, a guida centrista e liberale. Il presidente Silvio Berlusconi fa il bilancio delle amministrative, scommette sul poker di Roberto Dipiazza e sostiene con convinzione il ricorso al Green pass.
Come giudica il risultato del centrodestra nelle grandi città?
«Ovviamente non sono soddisfatto, però ricordo che erano elezioni per noi molto difficili: nessuna delle grandi città al voto, tranne Trieste, era governata dal centro-destra. Ma confido che al secondo turno possano venire per noi buone notizie, e non solo da Trieste».
Che segnali ne trae per il suo progetto di un partito unico del centrodestra nel 2023?
«Questi risultati confermano in modo evidente quello che ho sempre detto: un centrodestra vincente, un centrodestra di governo è possibile solo se ha una forte impronta centrista, liberale, cristiana, garantista ed europeista».
Il suo partito ha fatto benissimo in Calabria, ma altrove non si può dire lo stesso…
«Non è così, in molte città da Sud a Nord abbiamo ottenuto risultati molto positivi. L’ultimo successo di questa settimana è il 28% di Forza Italia a Olbia.
Che valutazione dà del primo turno in Fvg? A Pordenone avete messo dietro la Lega, a Trieste avete tenuto. Che previsione fa per il ballottaggio di Trieste?
«Il Friuli Venezia Giulia ha confermato il buon governo del centrodestra consentendoci di vincere al primo turno a Pordenone e di arrivare al ballottaggio in condizioni molto favorevoli a Trieste. Non a caso questo ha coinciso con ottime affermazioni di Forza Italia: il nostro atteggiamento responsabile, equilibrato, costruttivo è vincente e fa vincere la coalizione. Sono molto ottimista. Trieste è una città straordinaria, che non si farà certo sfuggire l’occasione di confermare uno dei migliori sindaci della sua storia».
Chi è per lei Dipiazza?
«Di lui mi hanno sempre colpito lo spirito positivo, costruttivo, alieno da polemiche e anche la grande capacità di ascolto. Ma ho apprezzato soprattutto il suo grande amore per Trieste. È veramente il sindaco non di una parte politica ma di tutta la città e in questi anni lo ha sempre dimostrato».
Quale funzione può assumere Trieste nei prossimi anni? Come si è trasformata la città nell’ultimo ventennio?
«Da un lato dopo il crollo della cortina di ferro Trieste ha recuperato la sua vocazione naturale di sbocco al mare dell’intera area mitteleuropea. Dall’altro ha accentuato la sua vocazione culturale, scientifica, turistica. Infine si è abbellita, per esempio con la sistemazione delle sue splendide rive, che il sindaco Dipiazza mi ha fatto ammirare. E si abbellirà ancora con il grande progetto della riqualificazione del Porto vecchio, di cui ho visto i progetti e che attrarrà notevoli investimenti».
Forza Italia ha sempre detto che Trieste era a rischio conquista della Cina attraverso il porto. Secondo lei a quanto si può rinunciare dell'interscambio fra Italia e Cina?
«Era un pericolo reale, che per fortuna per il momento mi pare accantonato. Non possiamo davvero farci comprare dalla Cina».
Soddisfatto dell’arrivo di capitali tedeschi con le ultime operazioni in porto? Perché le critiche degli azzurri locali alla gestione dell’Autorità portuale?
«È un investimento importante, ma quello che conta è che la proprietà dell’infrastruttura rimanga in mani italiane. Nessuna critica all’Autorità, se questo ci viene garantito».
Nascerà mai l'unione tra Fi, Lega e Fdi? La federazione col Carroccio pare aver perso mordente, al netto del sovranismo che connota entrambi i suoi alleati.
«I rapporti sono buoni. Siamo forze politiche diverse per cultura e valori di riferimento. Ma abbiamo un buon programma comune. Il partito unico sul modello del Partito Repubblicano resta un sogno e io ne ho già realizzati tanti».
Il Pnrr: come dovrà diventare l’Italia del 2026?
«Le ingenti risorse che l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia con il Pnrr sono la dimostrazione del fatto che l’Europa sa essere una comunità solidale di popoli, e che nessuno può salvarsi dalle crisi da solo».
Forza Italia è sempre stata favorevole al Green pass. Continuate a sostenere il governo su questa strada? Fino all’eventuale obbligo di vaccino?
«Certamente, ma spero che l’obbligo non sia necessario se la gran parte degli italiani continuerà a comportarsi responsabilmente. Il Green pass è una misura indispensabile a difesa della libertà e dei diritti di tutti».
Che ne pensa delle manifestazioni no Green pass così affollate, al di là delle intemperanze dell’estrema destra?
«Non parlerei di piazze affollate ma di qualche migliaio di persone in buona fede e di qualche centinaio di scalmanati e di agitatori professionisti. Gli uni vanno convinti e rassicurati, gli altri vanno perseguiti con il massimo rigore. Ma dobbiamo tenere presente che parliamo di un’esigua minoranza, la grande maggioranza degli italiani non va in piazza, va a vaccinarsi, se non l’ha già fatto».
Antonio Tajani si era detto a favore dello scioglimento di Forza nuova e di altre organizzazioni neofasciste. Condivide? Come ci si arriva?
«Tajani non ha detto questo, ha parlato – e sono d’accordo – della necessità di applicare le leggi esistenti. Del resto è la posizione espressa con grande autorevolezza dal Capo dello Stato».
A Trieste Fdi ha candidato un ex segretario di Forza nuova e il secondo eletto si fa fotografare con braccio teso e busto del Duce. Fdi può stare dentro un centrodestra liberale e moderato?
«Non conosco queste vicende locali, e non mi permetto di giudicare le scelte di un partito amico e alleato. Posso dire in linea generale che le posizioni di Forza Nuova e le nostalgie del fascismo non sono compatibili con la nostra cultura liberale. Ma Fdi è un partito della destra democratica, ben lontano da quelle idee».
Come procede l’esperienza di governo e quando si andrà a votare?
«Si voterà nel 2023. Solo un irresponsabile potrebbe immaginare di interrompere il lavoro di un governo che sta facendo ripartire l’Italia».
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