Nei ricreatori comunali l’app anti-cyberbullismo
Non è invasivo, rispetta la privacy ma soprattutto si allea con genitori ed educatori, codificando il linguaggio che in rete potrebbe divenire fonte di offese e molestie. Il cyberbullismo ha un nuovo...

Non è invasivo, rispetta la privacy ma soprattutto si allea con genitori ed educatori, codificando il linguaggio che in rete potrebbe divenire fonte di offese e molestie. Il cyberbullismo ha un nuovo nemico, si chiama Kaitiaki, nome esotico (dall’idioma Maori che significa “Guardiano”) ma tecnologia moderna, un software online sviluppato da un’azienda informatica friulana diretta da Fabrizio Macchia, messo gratuitamente a disposizione dei ricreatori comunali per contrastare il diffondersi dei linguaggi aggressivi e offensivi tra i canali social.
Sul piano pratico, il “Guardiano” made in Udine è un servizio online che filtra i profili social dei figli ma intercettando sul nascere solo le modalità verbali a rischio e avvertendo di conseguenza i genitori o, in caso di istituti e ricreatori, gli educatori di turno. Il Comune di Trieste (assessorato all’Educazione) diventa così la prima amministrazione in Italia a dotarsi del nuovo software, mentre nel resto della Penisola sono attualmente 180 gli istituti scolastici che provano ad affidare a Kaitaki un sistema di vigilanza tra l’altro già scelto dall’Istituto della Banca Europea degli Investimenti per entrare in lizza nel “Social Innovation Tournament 2017”, l’agone internazionale dell’innovazione che ha accolto 300 partecipanti in rappresentanza di 31 Paesi europei.
Controllo e programma didattico – educativo. L’avvento di Kaitaki vuole rappresentare tali aspetti a favore dei minori, divenendo a tutti gli effetti una app a vocazione sociale: «Si tratta di un ulteriore strumento che l’amministrazione comunale intende offrire nella lotta al cyberbullismo – ha ribadito l’assessore comunale all’Educazione, Angela Brandi –, verrà messo a disposizione gratuitamente nei ricreatori comunali per favorire occasioni di confronto tra i ragazzi e gli educatori e per rendere soprattutto maggiormente consapevoli e partecipi i giovani – ha aggiunto l’esponente della giunta guidata dal sindaco Dipiazza – sul significato e le conseguenze di quanto si scrive online».
Mentre il nuovo “segnalatore di molestie” entra in azione sulla scena locale, emergono intanto ulteriori dati su scala internazionale riguardanti l’ascesa del cyberbullismo. Stando alle cifre trasmesse da Fabrizio Macchia, direttore operativo della Start up che ha generato Kaitaki, sarebbero 11 milioni i ragazzi in Europa, tra gli otto e i diciassette anni, alle prese con il fenomeno delle molestie via web. Il dato ancor più allarmante è tuttavia il 71% dei casi che vede i genitori delle vittime all’oscuro dei fatti.
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