Nei primi mesi del 2007l'export del Fvg cresce del 30%
Secondo i dati dell’Istat le vendite all’estero dell’Italia sono cresciute del 13% rispetto allo stesso periodo del 2006 raggiungendo quota 84.846 milioni di euro
ROMA Nei primi tre mesi del 2007 le esportazioni italiane sono cresciute del 13% rispetto allo stesso periodo del 2006 ma la crescita è stata superiore nelle regioni centrali (+15,6%) rispetto a quelle meridionali (+9,7%) e insulari (+12,4%): balzo del 30% in Friuli Venezia Giulia. È quanto si legge nel comunicato dell'Istat sulle esportazioni nelle regioni italiane secondo il quale nei primi tre mesi del 2007 le esportazioni hanno raggiunto quota 84.846 milioni di euro. La crescita delle esportazioni complessive è stata pari al 14,3% verso i paesi europei e del 10,9% verso l'area extra Ue).
La crescita delle esportazioni ha riguardato tutte le ripartizioni territoriali ma se incrementi superiori alla media si registrano per l'Italia centrale (+15,6%) e per la ripartizione nord-orientale (più 13,8 %) incrementi inferiori a quello medio nazionale si registrano invece per la ripartizione insulare (più 12,4%), per quella nord-occidentale (più 11,9%) e per quella meridionale (più 9,7%). La dinamica congiunturale ha evidenziato, nel primo trimestre 2007 rispetto al trimestre precedente, variazioni positive delle esportazioni in tutte le ripartizioni (+3,2% per le regioni meridionali e insulari, +0,4% per l'Italia nord-orientale, +0,3% per l'Italia centrale e +0,2% per l|Italia nord-occidentale.
Tra le regioni che registrano gli aumenti maggiori dell'export si segnalano la Val d'Aosta (+58,6% ma su una percentuale sul totale delle esportazioni di appena lo 0,2%), il Friuli Venezia Giulia (+30,5%), l'Umbria (+29,6%) e le Marche (+32,6%) ma anche la Calabria (+31,2%) e la Campania (+19,4%).
Male sono andate invece le esportazioni in Molise (-11,2%), in Puglia (-2%) e in Basilicata (-4,2%). La Lombardia che da sola rappresenta più di un quarto delle esportazioni totali italiane (il 28,5%) ha segnato un +12,9% mentre l'Emilia Romagna con il 13% delle esportazioni complessive ha segnato un +15,6%.
Un approccio innanzitutto geografico e settoriale, ma anche operativo, per passare dalle parole ai fatti, e «di sistema» per presentarsi compatti e non «in modo scoordinato». Si muovono su queste quattro grandi strategie le linee guida 2008-2010 per la promozione delle imprese italiane all'estero, essenziali per favorire l'internazionalizzazione del tessuto produttivo italiano, ma anche per dare certezza e stabilità alla ripresa economica. Perchè è proprio grazie all'export e alla ritrovata vivacità delle imprese anche fuori confine che nell'ultimo anno l'economia italiana è tornata a marciare.
È proprio su questo punto che il ministro del Commercio Internazionale, Emma Bonino, ha insistito più volte presentando delle linee guida dell'Ice per il prossimo triennio. «La ripresa non è stabile di per sè. Riusciremo a restarci solo se faremo delle politiche competitive - ha spiegato - Se vogliamo mantenere il trend positivo dobbiamo attrezzarci».
Da qui le quattro strategie di massima. La prima, quella geografica, suddivide il mondo in quattro macroaree con l'obiettivo di diversificare i rapporti commerciali: i mercati maturi (Usa-Ue-Canada-Giappone) che raccolgono già oltre il 50% del nostro export; l'area di vicinato (Mediterraneo-Balcani) con particolare attenzione alla Turchia; i Bric (Brasile-Russia- India-Cina), che con le grandi missioni «abbiamo solo scalfito».
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