Nei carrelli o solo di taglia piccola, i limiti per cani e gatti nei market

Il Friuli Venezia Giulia è certamente la più dog friendly fra le regioni d’Italia. Forti della legge regionale 20 del 2012, ai cani è consentito, ad esempio, l’acceso nei pubblici esercizi, negli alberghi, nei supermercati, nei musei, negli uffici aperti al pubblico e sui mezzi del trasporto pubblico locale.
Nel caso dei locali commerciali o degli uffici, la legge è molto chiara. «Il responsabile di un esercizio pubblico, commerciale o di un locale o ufficio aperto al pubblico può decidere di far accedere l’animale oppure di vietarne l’accesso». Il divieto può essere limitato solo ad alcune fasce orarie, possono essere messi a disposizione carrelli o altri presidi dove sistemare il cane, e si può riservare l’accesso solamente a determinate aree. Ma se si decide di vietarlo o, appunto, si impongono certe limitazioni, «il responsabile – indica la legge – deve inviare una comunicazione al sindaco inerente le forme di limitazione» e questa comunicazione (a mezzo fax, raccomandata o posta certificata) deve essere esposta all’entrata dell’esercizio in modo visibile. Senza l’affissione, il divieto disposto con adesivi o altri metodi «non è opponibile al pubblico», ossia non può essere negato l’accesso. Dunque, senza quella lettera, ogni divieto o limitazione (anche semplicemente l’obbligo di mettere la museruola ai cani) non ha valore. Non basta il solo riferimento alla legge come accade in alcuni supermercati. L’adesivo “io qui non posso entrare” non è sufficiente.
In linea di massima, a Trieste i cani entrano ovunque. Negli esercizi pubblici, negli hotel, negli uffici pubblici e in molti supermercati. Despar e Conad hanno riservato delle borse ad hoc da inserire nel carrello per trasportare il cane rispettando le norme igieniche. Via libera da Eataly e pure da Eurospesa, Bosco, Zazzeron. Coop, invece, consente l’accesso solo ai cani di taglia piccola nelle trasportine. Porte sbarrate invece nei discount. —
L.T.
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