Negozi e pizzeria di Cavana beffati dai ciak di Hollywood

Era sembrata una luna di miele idilliaca quella tra Trieste e il set del film “The Hitman’s Wife’s Bodyguard”, con reciproche dichiarazioni d’amore tra le istituzioni locali e la produzione hollywoodiana.
Invece, a qualche giorno dal termine delle riprese, si alzano le voci di alcuni commercianti che denunciano di aver subito ingenti perdite lo scorso sabato a causa della presenza della troupe in piazza Unità. Già qualche giorno fa, alcuni commercianti con il negozio al piano terra del palazzo municipale si erano lamentati del fatto che la zona davanti a loro fosse rimasta interdetta per tutta la mattina, invece che solo temporaneamente come gli era stato precedentemente preventivato. I disagi più gravi, però, hanno riguardato la chiusura di via San Sebastiano, ovvero quella che collega piazza Unità con Cavana. «Alle 9 dovevo aprire il negozio, ma quando sono arrivata ho trovato il “signore della sicurezza”, senza nessun avviso da parte dei produttori o di chi per essi, che mi ha impedito di entrare fino a quando non hanno finito la ripresa», racconta una collaboratrice del negozio di abbigliamento Ary’s. «Dopo di che mi ha fatta passare – prosegue –, richiudendo subito dopo per fare un’altra ripresa. Gli ho chiesto di lasciare almeno una delle due entrate libera in modo da far entrare i clienti, ma è stato intransigente. Ho chiesto più volte di poter parlare con chi di dovere per trovare una soluzione, visto che tutte le persone venivano deviate – prosegue –, ma niente fino a quando un nostro collaboratore con la forza e purtroppo alzando la voce e richiamando l’attenzione è riuscito ad avere un incontro con un addetto. Ormai però era mezzogiorno e noi chiudiamo alle 13.30. Finalmente hanno spostato di qualche metro il nastro che impediva il passaggio, ma in un primo momento i clienti non potevano sostare davanti alle vetrine. Insomma – conclude –, un disagio enorme tutto senza un minimo di preavviso».
La chiusura forzata è avvenuta proprio durante una giornata in cui solitamente si registrano importanti entrate per i negozi, oltretutto in un fine settimana che ha registrato un pienone di turisti, come rileva un altro collaboratore del negozio, Mauro De Ros. «Il ragazzo ci aveva detto che avrebbero riaperto entro le 10 – dice Mauro –, invece così non è stato e di conseguenza non ci sono stati incassi. La prossima volta ci avvisino in anticipo e poi ci indennizzino, come già successo in passato con altre produzioni». È stata testimone della scena anche Oriana Ferfuia, la proprietaria dell’erboristeria “Raganella” accanto all’Ary’s. «Mi infastidisce che abbiano trattato in modo diverso la “zona a” e quella “b”, dove non hanno avvisato nessuno di noi», ragiona Oriana riferendosi agli esercizi commerciali di piazza Unità, che sono stati avvisati in tempo e in alcuni casi risarciti delle perdite.
Anche la pizzeria “Anema’e Core”, sempre in via San Sebastiano e poco distante dall’Ary’s, denuncia di aver subito gravi perdite a causa della gestione del set, come riporta Salvatore Fontanella: «Non abbiamo fatto un coperto fino alle 15.30 perché chiudendo la strada non passava più nessuno di qua e così quella mattina abbiamo dovuto anche mandare a casa il personale. Non eravamo stati avvisati e poi nemmeno indennizzati». Secondo le stime della pizzeria relative all’incasso medio di un pranzo di sabato, la perdita si aggirerebbe attorno ai 600-700 euro. «Lo so che è una bella immagine per Trieste – conclude Salvatore –, però non possono rovinare gli altri». —
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