Negli ospedali di Monfalcone e di Gorizia sale chirurgiche aperte ai pazienti triestini

Le due strutture covid free. E con gli accessi blindati 
La commissione (Foto Katia Bonaventura)
La commissione (Foto Katia Bonaventura)

MONFALCONE Alla fine la ciambella di salvataggio per i pazienti giuliani in attesa di intervento chirurgico, con Cattinara epicentro di cura per i malati Covid e Maggiore destinato a Rsa per gli infetti, arriva dai due ospedali isontini, San Polo e San Giovanni di Dio. Dalla prossima settimana, infatti, Monfalcone e Gorizia spalancheranno le sale operatorie per accogliere anche l’utenza triestina che deve finire sotto i ferri. «Non in un’ottica sostitutiva – si è affrettato a precisare ieri il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana, ascoltato in Commissione IV nella città del cantiere –, bensì aggiuntiva, sul solco di una collaborazione hub-spoke». I presidi metteranno a disposizione le strutture, nel travaso di pazienti, così da alleggerire la pressione sui nosocomi che, a differenza del San Polo e del San Giovanni, sono in trincea per debellare il Covid-19, nel senso che trattano i casi epidemiologici più complessi, richiedono maggior impegno clinico e assistenziale, curano più pazienti simultaneamente in Terapia intensiva, insomma, sono pronti all’ “artiglieria pesante” quando la curva dei contagi salirà ancora sulle montagne russe. Dunque triestini con la valigia in mano per ricevere le cure nell’Isontino.

Nel frattempo, come chiarito dal dg in risposta ai consiglieri Paolo Fogar (Pd) e Annamaria Furfaro (La nostra città), i due ospedali Covid-free di Monfalcone e Gorizia vedranno il ritorno del presidio ai varchi, dove oltre al gel disinfettante l’utenza troverà anche un addetto esterno per la misurazione della temperatura. «Ma a breve arriveranno i termoscanner, per un rilevamento più celere», ha promesso. È stato però il vicepresidente regionale Riccardo Riccardi, dopo la preoccupazione per i focolai del cantiere di Marghera, in cui lavorano anche maestranze locali, a entrare nel dettaglio della fotografia su Monfalcone, dove le trasmissioni del virus ricalcano l’andamento, pur con alcune peculiarità, in Fvg. Massima attenzione, ma «situazione sotto controllo». Senza nascondere la difficoltà a reperire professionalità in campo medico, un problema comune a tutto lo Stivale, nonostante le risorse economiche presenti. «Da inizio pandemia – ha argomentato – a Monfalcone si sono svolti 10 mila tamponi e sono state sottoposte a screening 5 mila persone. Duecentoventi i casi positivi emersi, in controtendenza nazionale con un minor numero di contagi tra le donne, il 40%, e un’età anagrafica inferiore per gli infetti: una media di 36 anni contro i 51 a livello regionale e i 43 di Gorizia». Elementi che si spiegano con la massiccia presenza maschile di immigrati economici, impiegati nella navalmeccanica e con la vocazione operaia della città. «Qui – sempre Riccardi – si è riusciti a proteggere in maniera importante gli ospiti delle case di riposo: nessuna infezione tra degenti, tre fra gli operatori e quattro tra addetti del servizio sanitario regionale». Robuste difese anche nel sistema scuola, due soli istituti hanno registrato infetti, il liceo Buonarroti e la primaria Duca d’Aosta: quattro alunni e tre insegnanti.

Tre i pazienti, sempre da marzo, ricoverati in Terapia intensiva, 17 in altri reperti. Tredici i focolai, il maggiore – con 22 persone coinvolte – ricondotto ai casi di Marghera. Nel 60% dei contagi si è arrivati all’isolamento, senza che il virus galoppasse sul territorio, la rimanente parte pertiene situazioni di positività gestibili con quarantena al rientro da paesi “rossi”. Tre i decessi. «Qui la letalità grezza si attesta sull’1,3% contro il 5,6 in Fvg», ha aggiunto Riccardi. Soddisfatta il sindaco Anna Cisint: «Su salute e il lavoro abbiamo acceso un faro da tempo. Monitoriamo ogni situazione, io stessa contatto le persone in difficoltà, ma a breve riattiveremo un servizio di ausilio per la spesa». Quanto all’alleanza tra Comune, Regione, Asugi e Fincantieri «sta dando grandi risultati», in particolare sui test rapidi a Panzano. Plauso all’impegno in campo sanitario: «Una grande fatica dà sicurezza a tutti». Ma «con il Covid – è stato il monito più volte ripetuto ieri da Riccardi – dovremo convivere».

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