Nazario Sauro “raccontato” nel libro del nipote Romano

Sarà devoluto all’ospedale materno infantile Burlo Garofolo il ricavato dalle vendite del libro “Nazario Sauro, storia di un marinaio” (edizioni La Musa Talìa, 2017). La biografia dell’irredentista istriano è stata messa per iscritto da suo nipote in persona, l’ammiraglio Romano Sauro, che negli scorsi giorni ha illustrato il volume al Rotary club di Trieste. «Vi racconto una storia di guerra e di morti - ha detto il lupo di mare - ma allo scopo di lasciare un messaggio di speranza. L’identità europea nasce dalle ceneri della Grande guerra, al prezzo di 15 milioni di morti che avrebbero preferito vivere». Alle sue spalle, intanto, le diapositive in bianco e nero mostravano la casa natale di Nazario a Capodistria, con le batane ormeggiate di fronte. «Figlio di pescatori, da quella finestra mio nonno vedeva le barche, il mare. Tanto che a quattordici anni una notte scappò di casa. Salì su una barca a vela e navigò fino all’Albania». Allo scoppio della guerra, nel 1914, era «cittadino austriaco, di conseguenza se ne andò, per non dover combattere contro l’Italia. L’anno successivo, quando lo Stato sabaudo entrò in guerra, Nazario era tra gli interventisti».
La famiglia Sauro intanto pagava le conseguenze delle scelte di Nazario, dividendosi tra i due Paesi: «Alcuni membri finirono nei campi di concentramento austriaci. Intanto proseguivano le vicende belliche. Il 29 maggio 1916 Nazario forzò il porto di Trieste». L’atmosfera cambiò il 30 luglio dello stesso anno. «Nazario uscì di casa. Salutò in maniera strana i figli, come se avesse un presentimento. Non tornò più». Seguirono la cattura, lo straziante incontro con la madre in carcere. «Nazario viaggiava sotto falso nome. “Non ho abbracciato mio figlio ma l’ho salvato”, scriveva la madre nel suo diario. Purtroppo non era vero. Qualche ora dopo, Nazario salì sul patibolo».
Romano ha seguito le orme marinaie del nonno: è approdato a Trieste di recente, dopo un viaggio in barca a vela nel Mediterraneo della durata di due anni, per oltre cento tappe. Durante tale progetto, dal titolo “Sauro 100 porti”, Romano ha incontrato oltre 40 mila studenti. —
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