Navi e congressi spingono Ttp verso il "rosso"

L’analisi di Kpmg advisory: previsto un risultato negativo da 130mila euro. Falliti tutti gli obiettivi del piano industriale
Una nave da crociera ormeggiata davanti alla Stazione marittima
Una nave da crociera ormeggiata davanti alla Stazione marittima

La sua missione principale sarebbe quella di gestire gli spazi della Stazione marittima (e dell’annesso Magazzino 42) e i servizi per i passeggeri delle navi da crociera. I suoi ricavi, però, per la metà sono frutto di quanto incassato dai parcheggi a pagamento sulle Rive e in Molo Quarto. Il triennio 2011-2013 dice proprio questo: Trieste terminal passeggeri guadagna soprattutto dagli stalli blu. Il che, per un soggetto chiamato ad essere attrattivo per operatori crocieristici e per organizzatori di convegni, è risultato quantomeno singolare. Con buona pace del presidente, quell’Antonio Paoletti numero uno anche della Camera di commercio locale e di Confcommercio Trieste e che l’Authority a trazione Monassi ha voluto sistemare al timone di Ttp.

Il dato emerge dalla fotografia che della società ha fatto Kpmg advisory spa, vincitrice dell’appalto per affiancare l’Autorità portuale nell’individuazione del valore delle società partecipate che via von Bruck vuole privatizzare cedendo in tutto o in parte le proprie quote. Di Ttp detiene il 40%, mentre il 60% è in mano a Tami (Unicredit, Costa crociere, Generali e Giuliana bunkeraggi), e pochi giorni fa Marina Monassi, presidente del Porto triestino, ha annunciato di volerne vendere almeno il 35%. Ed ecco che, oltre al dato sul business dei park, la relazione di Kpmg (che coadiuva l’Apt anche attraverso un supporto alla procedura di gara per la vendita) prefigura un risultato negativo, da -130mila euro, nel 2014 «principalmente a causa della riduzione dei ricavi caratteristici di circa il 10% guidati dalla contrazione del traffico crocieristico e dai minori introiti derivanti dal settore congressuale ed eventi». Il risultato netto, nel periodo 2011-2013, ha chiuso nell’ordine a 421mila euro, scesi a 299mila e infine a 10mila.

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Non sfugge poi che il Piano industriale elaborato da Tami per il periodo 2011-2015 non abbia sin qui rispettato le attese: erano previsti 180mila passeggeri nel 2013, 2014 e 2015. Ben che vada, stando alle previsioni dell’amministratore delegato Franco Napp datate luglio scorso, saranno 150mila il prossimo anno. Comunque, 30mila in meno. Per il 2015 quel Piano prospetta pure 100 convegni e sei fiere. Quali? Quando? «Ad oggi - scrive Kpmg - le proiezioni del Piano sono state sostanzialmente disattese». Sintesi impietosa. Come è impietoso quel 29% che rappresenta la percentuale media dei ricavi derivanti fra 2011 e 2013 dall’attività principale di Stazione marittima e servizi offerti ai passeggeri. Il futuro? C’è sicuramente da lavorare ancora sul fronte infrastrutture, considerato che rispetto al Piano industriale vi sono investimenti (passerelle mobili per imbarco su navi bianche, attrezzature per le aree interne alla Stazione marittima a servizio dei passeggeri) ancora in larga parte da realizzare. Kpmg individua un assieme di cause per un quadro non lusinghiero: l’andamento generale del mercato crocieristico e le difficoltà specifiche di Costa crociere dopo l’incidente alla Costa Concordia, il dirottamento dei traghetti veloci per l’Albania ad altro terminal, ma anche l’impossibilità di pieno utilizzo del Magazzino 42 per ragioni di sicurezza. In termini di valorizzazione futura, la prospettiva del reddito netto attualizzato vede un passaggio dai quasi 180mila euro del 2014 ai 140,5 del 2018. In calo.

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