Nave Vespucci a Trieste, il mito aspetta i visitatori FOTO / VIDEO
TRIESTE Non sono più i tempi di Straulino, l’ammiraglio di origini lussignane, che con l’Amerigo Vespucci uscì a vela dal Mar Piccolo di Taranto. C’era anche il vento giusto quella volta. Giovedì 12 maggio, alle 9, invece, il vento era docile. I pennoni erano puntati verso la Stazione Marittima.
I tre alberi altissimi trafiggevano le nubi bianco latte per dare un po’ di spazio anche a qualche raggio di sole trafugato a Bari. Maestosamente, l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina militare italiana, si è palesata all’orizzonte a vele ammainate, inoltrandosi con lo scafo nel golfo di Trieste, in tutta la sua bellezza.
Come se in sottofondo suonasse un adagio solenne, alle 9.34 il celebre veliero lungo 101 metri, largo quasi 16, è arrivato con cinque ore e mezzo di anticipo, atteso inizialmente da una ventina di persone. Ha navigato tre giorni, viaggiando «per lunghi tratti con motore e vela assieme, attraversando qualche perturbazione», racconta Roberto Carnevale dell'equipaggio. Dopo una giravolta al largo è entrato di poppa e, accompagnato da due rimorchiatori, ha costeggiato il Molo Bersaglieri, dove ha attraccato, e dove potrà essere ammirato fino a lunedì.
Sventolava la bandiera della Marina e altre più piccole. Calma piatta, quasi il destino avesse deciso che per arrivare a Trieste, una delle dodici tappe che sta toccando per festeggiare i suoi 85 anni, la Vespucci dovesse ricalcare la parte della Perla Nera nel film “Pirata dei Caraibi” quando, tra la nebbia, con le vele sgangherate color nero pece, avvistava la costa.
Verso le 11, quando ormai il veliero era fermo già da un'ora, dallo scafo bianco e nero dai decori oro e profili color legno chiaro non sono scesi però il pirata Capitan Jack Sparrow, né la bella Elizabeth Swann. Nessun ostaggio a bordo, ma i componenti dell’equipaggio che conduce il veliero, fieri di rappresentare la loro Italia e sostenuti dal motto: «Non chi comincia ma quel che persevera».
La «più bella nave del mondo», appellativo datole nel 1962, quando la Uss Indipendence americana lampeggiò questa frase al largo del Mediterraneo - come ricorda Carnevale - a Trieste era già arrivata nel 2007 e ancora prima, nel 1954, quando la città divenne definitivamente italiana.
«Doveva dare un forte esempio del ritorno della città al Paese» spiega Walter, che rimpiange con nostalgia la sua uscita dalla Marina nel ’92, dopo esservi entrato per il servizio militare come volontario. Ieri mattina è venuto apposta a vedere l’approdo con la moglie Iolanda, membro dell’Esercito.
«Ricordo quel 1954. C’era una marea di gente», racconta un ex ufficiale di Marina, Bruno Del Piero, appostato di fronte al veliero per scattare le foto che prontamente ha inviato su Whatsapp al figlio, anche lui un grande appassionato di vela. Ad ammirare la nave varata nel 1931 dai cantieri di Castellammare di Stabia, anche una scolaresca serba. I ragazzini non hanno idea di cosa sia. Forse una mamma sì, sa chi era Amerigo Vespucci: «È quello che ha fatto il giro del Sud America, ma non c’entra strettamente con la nave, vero?», chiede.
Qualche francese, due tedeschi che vanno su e giù in bici tra il molo e i parcheggi delle Rive, ammirano chi si trova a bordo. E fa di tutto: avvolge le cime, tira fuori le scale, mette in ordine le transenne per separare i visitatori. Tra gli spettatori anche Niccolò, un bimbo di cinque anni che già si immagina vigile urbano, con la nonna Franca. «M’interessano però anche le navi» dice.
Irene e Thomas, studenti del Da Vinci, avevano sentito parlare della Vespucci a scuola. Intanto, cordiale e gentile l’equipaggio rivela gli orari di visita. Bisogna attendere fino a sera per saltarci su. Una ragazza ammira i giovani con i capelli al vento e le cuffiette nelle orecchie. Dietro a lei non c’è la folla del 1954, Trieste ormai è italiana da oltre mezzo secolo, da più di sessant’anni, ma in cielo il sole finalmente è uscito allo scoperto.
LE VISITE A BORDO A proposito di visite: venerdì si potrà entrare nella “pancia” del veliero dalle 14.30 alle 16.30 e dalle 20 alle 21.30. Sabato le visite saranno possibili dalle 14.40 alle 17.30 mentre domenica gli orari saranno 14.30-18 e 20-21.30. Domenica alle 10.30 è prevista anche la celebrazione della Messa a bordo.
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