Nave-ospedale: la Regione Fvg accelera e tratta con Gnv per 150 posti a Trieste

La soluzione per gli anziani positivi delle case di riposo. Vicina l’intesa con la società controllata da Msc. In Fvg 2.731 casi
La nave ospedale ormeggiata nel porto di Genova
La nave ospedale ormeggiata nel porto di Genova

TRIESTE La trattativa è cominciata lunedì scorso e potrebbe concludersi a giorni, realizzando il progetto di nave-ospedale voluto dalla giunta regionale per ospitare fino a 150 anziani positivi delle case di riposo di Trieste. Da qui arrivano quasi tutti i 140 nuovi contagiati degli ultimi tre giorni nel capoluogo regionale, dove l’Azienda sanitaria si sta accordando con la società genovese Grandi navi veloci, controllata del gruppo Msc, che svolge servizi di traghetto dai porti tirrenici verso Corsica, Sardegna e Sicilia. Gnv ha approntato una nave simile a Genova nelle scorse settimane: i costi sono top secret, ma il presidente Massimiliano Fedriga conferma che il discorso è avviato, pur davanti alla «perplessità» espressa dal sindaco Roberto Dipiazza.

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La nave-ospedale ormeggiata al porto di Genova


Inizialmente Fedriga e il vicepresidente Riccardo Riccardi hanno chiesto all’Autorità portuale l’utilizzo della struttura coperta situata in Molo IV. È stato il presidente Zeno D’Agostino a suggerire l’ipotesi della nave-ospedale. Le modalità di ormeggio e funzionamento di un traghetto per usi diversi dal consueto sono d’altronde già state prese in esame dalla Prefettura, rispetto alla possibilità di ospitarvi migranti in quarantena.

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La nave potrebbe essere attrezzata da Gnv nel giro di un paio di giorni, sostituendo la moquette con pavimenti in linoleum. La compagnia sta garantendo un analogo servizio nel porto di Genova, riducendo almeno in parte le perdite dovute allo stop dei collegamenti marittimi a causa del coronavirus. Il traghetto in uso in Liguria ospita una quarantina di persone, tra positivi non gravi e convalescenti dimessi dagli ospedali. Per entrare in funzione a Trieste serviranno almeno una decina di giorni dalla firma dell’accordo, che potrebbe prevedere 150 posti letto con possibile estensione in caso di bisogno. La zona d’ormeggio è stata per ora individuata nel braccio di mare compreso fra la Stazione marittima e il Porto vecchio, dove per funzionare la nave manterrà i motori sempre accesi.

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Maria Viscovich in Pesaro, classe 1937, nativa di Albona in Istria: si era trasferita a Trieste da giovanissima. Al centro Maria Lombardi Leggio, qui assieme alla figlia Giovanna, durante la festa per i suoi 90 anni organizzata in un locale triestino. A destra Aldo Danek, comandante di lungo corso: il Covid-19 si è portato via lui e anche la compagna, Loredana Colugnati.


La giunta accelera perché la situazione nelle case di riposo triestine si sta manifestando in tutta la sua gravità, tanto più dopo il primo decesso di un uomo residente nel condominio che ospita la residenza Primula. Fedriga spiega che la decisione è stata assunta su consiglio dell’équipe sanitaria, «che valuta i percorsi più idonei: la nave permette di isolare la ventilazione delle singole cabine, non sorge in un contesto abitato come un albergo, dispone di bagni singoli e garantisce dignità. Stiamo valutando, ma un percorso del genere sembra una buona soluzione, perché a Trieste ci sono piccole case di riposo nei condomini e non è possibile procedere con l’isolamento dei positivi». Piena la sintonia con Riccardi, secondo cui «la nave è un’opzione molto più veloce dell’adeguamento di un albergo».

L’idea non piace affatto al sindaco Dipiazza. «Sono un po’ perplesso – dice il primo cittadino a Telequattro – e penso che abbiamo la base logistica di Lazzaretto già pronta, dove d’estate ci stanno 1.200 persone in vacanza. Qui stiamo parlando di 150 persone e c’è anche il costo per trasformare la nave, ma chi deve decidere deciderà». Fedriga allarga le braccia: «Mi affido alle competenze sanitarie. Noi facciamo scelte programmatorie, perché la politica non può arrogarsi quelle sanitarie».

L’aumento dei contagiati, certo più contenuto di alcune settimane fa, si spiega soprattutto con i focolai di infezione emersi nelle case di riposo e nei reparti ospedalieri. A Trieste la situazione è più seria del resto del Friuli Venezia Giulia, dove la curva è in discesa. In città i casi aumentano di altri 34, per un totale di 1.101, ma non si registrano nuovi decessi. La regione conta nel complesso 2.731 contagiati: a quelli triestini si sommano i 906 di Udine (+9), i 587 di Pordenone (+13) e i 132 di Gorizia. I deceduti arrivano a 222 (+2): 111 a Trieste, 65 (+2) a Udine, 43 a Pordenone e 3 a Gorizia. Se i guariti sono ormai 1.106 (+75), i ricoveri in terapia intensiva sono 27 (+4) e 141 in altri reparti (-7). In isolamento domiciliare si trovano 1.235 persone.

A Trieste i tamponi positivi si sono contati a decine nelle residenze comunali, all’Itis, a casa Emmaus, alla Primula e all’Hotel Fernetti, ma le strutture colpite sono una ventina. Regione e Azienda sanitaria non ne rivelano i nomi e i primi focolai sono emersi finora sempre su segnalazione di parenti e sindacati. L’emergenza morde anche in Friuli, dove i decessi sono finora 18 alla casa Bianchi di Mortegliano, 12 alla Brunetti di Paluzza, 12 alla Toscano di Castions di Zoppola, 8 alla Chiabà di San Giorgio di Nogaro e 5 alla de Giudici di Lovaria.

Secondo Riccardi, «nel complesso il Fvg sta reagendo bene anche per quanto riguarda le case di riposo rispetto all’andamento nazionale, anche se queste strutture rappresentano un elemento di fragilità. La strategia rimane garantire le migliori cure possibili agli anziani all’interno delle strutture, con il supporto delle Unità speciali di continuità assistenziale delle Aziende sanitarie. Lo spostamento dei pazienti avverrà solo nel caso in cui le strutture non possano garantire un adeguato isolamento delle persone positive». Riccardi precisa che a casa Emmaus e all’Itis «è in corso un’ulteriore compartimentazione dei pazienti per garantire separazione totale tra positivi e negativi. Analoga strategia viene attuata alla residenza Hotel Fernetti, dove l’Asugi ha verificato che gli ospiti ricevono le migliori cure possibili, grazie a una forte iniezione di personale del Servizio sanitario regionale. Per l’area udinese, al momento la situazione è in genere sotto controllo». Nessuna residenza in difficoltà a Gorizia, fortunatamente quasi graziata dal virus. —


 

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