Nave ospedale e Covid hotel: si punta alla doppia formula

TRIESTE Non più soltanto la nave ospedale, almeno fino a oggi, data indicata per la decisione finale. Sul tavolo della giunta Fedriga e dell’Azienda sanitaria ballano adesso anche un possibile accordo con gli albergatori e l’utilizzo dei padiglioni del Molo IV. E davanti alla necessità di soppesare pro e contro delle varie opzioni da mettere in campo a Trieste, il vicepresidente Riccardo Riccardi ha preferito rinviare di un giorno la scelta sulla strategia per trasferire dalle case di riposo gli anziani positivi al coronavirus.
L’Azienda sanitaria stima di aver bisogno di 290 posti letto aggiuntivi per almeno tre mesi, prorogabili di mese in mese fino a dicembre. A prescindere dal contenitore che verrà giudicato più adatto - senza escludere la possibilità di affiancare due diverse soluzioni - i nuovi letti serviranno ad accogliere le persone provenienti da quelle strutture inadeguate a isolare gli ospiti e precarie nell’organizzazione dell’assistenza.
I 290 posti sono divisi in tre quote: 150 per casi positivi al coronavirus, 70 per soggetti non autosufficienti guariti ma bisognosi di assistenza e 70 per non autosufficienti venuti a contatto con positivi ma il cui tampone ha dato esito negativo. E se la nave viene pensata per gli ammalati, gli alberghi potrebbero essere scelti per i guariti.
Dopo la disponibilità espressa da nove hotel, Asugi ha inviato a Federalberghi la lista delle caratteristiche cui le strutture devono conformarsi. I paletti sono precisi, a cominciare da spazi per costruire percorsi «sicuri con identificazione di aree “safe” e “unsafe” con percorsi pulito-sporco che consentano procedure in totale sicurezza per gli operatori con aree dedicate e totalmente separate di vestizione in ingresso e svestizione in uscita e con almeno due ascensori».
Le stanze non dovranno avere la moquette, dovranno essere dotate di letto ospedaliero, bagno accessibile a disabili, televisione e webcam per la sorveglianza degli ospiti. L’Azienda sanitaria potrà fornire letti e materassi. Disposizioni vengono fornite anche su spazi comuni per la socializzazione, sistema di aereazione e condizionamento, smaltimento dei rifiuti, locali di lavoro per infermieri e medici, stoccaggio di biancheria e farmaci.
Regione e Asugi sono alla ricerca di un paio di grandi strutture, capaci di offrire i servizi richiesti e in grado di non polverizzare le presenze i troppi alberghi. «Delle nove che si erano rese disponibili a questo scopo – spiega il presidente di Federalberghi Guerrino Lanci – tre hanno caratteristiche utili. È in corso una valutazione che tenga conto dell’investimento utile alla conversione e dell’incertezza della durata dell’accordo, visto che si parla di tre mesi più proroghe». Federalberghi riferirà oggi ai vertici di Asugi dettagli più precisi sugli alberghi e Riccardi assicura che la decisione verrà presa in giornata.
Continua infatti in parallelo la trattativa con Grandi navi veloci, per un’imbarcazione da 400-500 posti. Da quanto trapela, l’Asugi ha chiesto di attrezzare 168 cabine e la spesa potrebbe ammontare all’incirca sui 15 mila euro al giorno, da rimodulare in base al tasso di reale occupazione. La cifra coprirebbe la trasformazione della nave, l’ospitalità a bordo e i pasti, che per la l’imbarcazione gemella operante a Genova costano poco più di 800 mila euro al mese. Qualora si arrivasse all’intesa con Gnv, la nave ospedale potrebbe essere pronta in una decina di giorni e sarebbe ormeggiata al Molo III del Porto vecchio.
«Abbiamo sottoposto agli albergatori – spiega Riccardi – le nostre esigenze per garantire la corretta gestione di una situazione complessa, che riguarda novecento posti letto in strutture promiscue e anziani ammalati da trasferire in una sede protetta e adeguata, che garantisca cura e separazione dei percorsi. Vediamo le proposte degli albergatori, ma dire che siamo contro di loro è una fake news». Pur davanti alla contrarietà espressa nei giorni scorsi dal sindaco Roberto Dipiazza e anche ieri in Consiglio comunale da una parte della componente triestina di Forza Italia, il vicepresidente ritiene comunque che la nave resti la soluzione più veloce ed efficace, «perché l’albergo non risolve necessariamente il problema. Non escludo che possa esserci una doppia soluzione costituita da nave più alberghi, senza scartare l’ipotesi del Molo IV, che è ancora sul tappeto».
Riccardi dice di «essere in costante contatto con la collega della Liguria», cui il vicepresidente sta chiedendo nei dettagli le modalità di impiego della nave che Gnv sta mettendo a disposizione a Genova. Il modello è pressoché unico al mondo e, se la pandemia diverrà una triste abitudine, la società controllata di Msc potrebbe pensare di esportarlo. —
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