Nave italiana attaccata da pirati nessun ferito tra l'equipaggio

La portacontainer Ital Garland, in navigazione nel golfo di Aden, è stata attaccata da due barchini con otto pirati a bordo. Durante l'assalto sono stati sparati raffiche di mitra e colpi di bazooka. Le fiancate e alcune apparecchiature della nave sono state danneggiate. Fortunatamente nessun uomo a bordo è rimasto ferito
TRIESTE.
Ancora un assalto dei pirati nel golfo di Aden e stavolta contro una portacontainer, la Ital Garland, una nave da 46 mila tonnellate dell’Italia Marittima del Gruppo Evergreen che ha sede a Trieste. Raffica di mitra, un colpo di bazooka. L’attacco è avvenuto ieri a 300 miglia dalle coste dell’Oman mentre la nave viaggiava dal porto malese di Tanjung Pelepas a quello di Aden dove era attesa oggi: l’unità con a bordo 22 persone di equipaggio e tra questi anche alcuni italiani (nessun triestino a quanto si sa) dopo alcune manovre diversive è riuscita a fuggire sventando l’attacco dei pirati.


Nessun ferito, solo danni ad alcune apparecchiature di bordo e alle fiancate. Sempre uguale la tecnica dell’assalto che anche stavolta ha visto protagonisti due barchini di dieci metri di lunghezza e con almeno otto pirati a bordo. Le navi in quel tratto del golfo infestato dai pirati cercando di navigare al massimo della velocità. Impossibile per i pirati rincorrere le navi e raggiungerle con le loro piccole imbarcazioni, i motori non sono sufficientemente potenti e allora si ricorre agli stratagemmi.


Quasi sempre i barchini sono in coppia, viaggiano distanziati e nel tratto di mare dove passano le navi spesso vengono distese in acqua, come fossero delle reti, delle cime lunghissime, tese da una barca all’altra che restano nascoste, semi-sommerse. Quando la prua della nave incappa nella cima trascina come un pendolo pure i barchini che si accostano automaticamente alle fiancate della nave che vengono prese d’assalto. Una gran parte dei convogli merci in quel tratto di golfo infestato dai pirati in genere accoglie a bordo squadre di sicurezza armate, soprattutto quelle israeliane che sono le più quotate, ma la Ital Garland ieri probabilmente non aveva nessuno.


Ma è riuscita a mettere in fuga ugualmente i pirati. L’attacco è avvenuto ieri mattina e dai barchini è partito prima un colpo di bazooka che per fortuna non è andato a segno. Poi le raffiche di mitra contro l’unità italiana che ha lanciato l’allarme alla centrale operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto. L’allarme è stato raccolto anche dalla nave Etna della Marina militare italiana che in quel momento stava incrociando in zona. Il comandante della portacontainer italiana, su suggerimento della centrale operativa, ha deciso di effettuare alcune manovre elusive facendo procedere la nave a zig-zag e aumentando la velocità. Le imbarcazioni con i pirati hanno prima mollato la presa e sono state distanziate di qualche miglio. Quanto bastava alla Ital Garland per aumentare velocità e distanza sventando l’attacco.


È ormai un bollettino di guerra quello che riporta gli attacchi nel tratto di Oceano Indiano compreso tra la penisola arabica ed il Corno d'Africa. Domenica scorsa l’ultimo attacco a un mercantile italiano, il Valle di Castiglia, in navigazione dall'Oman verso il Canale di Suez: colpi di armi leggere sono stati sparati da un barchino che si era avvicinato a grande velocità, ma anche in quel caso il cargo era riuscito a disimpegnarsi ed a fuggire. Giovedì scorso una nave da guerra americana ha catturato cinque sospetti pirati dopo uno scontro a fuoco nell'Oceano Indiano, mentre altri otto pirati sono stati catturati da una fregata turca, sempre nel golfo di Aden.


Nei giorni precedenti sono state sequestrate alcune imbarcazioni indiane al largo delle coste somale. Stessa sorte per un cargo libico ed una nave spagnola. Con l'obiettivo di scoraggiare gli atti di pirateria, il golfo di Aden è pattugliato dalle navi dell'operazione Ue «Atalanta», al comando del contrammiraglio Giovanni Gumiero: presenti due mezzi della Marina Militare italana, le navi Etna e Scirocco. Da dicembre sono state assistite una quarantina di navi italiane che transitavano nell'area.
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