Nave cisterna incagliata a Capodistria, disastro ambientale sfiorato
Cinquanta persone con sette navi hanno lavorato tutta la giornata del 27 marzo per l'incidente in cui è incorsa una nave cisterna italiana bloccata in acque poco profonde in corrispondenza del promontorio Debeli rtič. Per fortuna, le rocce non hanno sfondato il fondo della nave, che rischiava di riversare in mare 200 tonnellate di combustibile. Lo riporta la Radiotelevisione slovena RTV.
L'indagine è ancora in corso, la nave è attualmente ormeggiata nel porto di Capodistria.
La dinamica. Domenica alle 01:00 di notte è stata notata un'insolita manovra della nave. È stato chiamato il capitano, che inizialmente non voleva ammettere di avere un problema, ma ben presto si è rivelato che la nave era bloccata in circa 70 centimetri di acqua su di un fondo roccioso e fangoso. Attivati tutti i reparti competenti, ha spiegato il direttore del Maritime Administration Jadran Klinec, sul posto si è provveduto ad installare subito le barriere anti inquinamento, nel caso vi fosse stata una fuoriuscita di greggio. Il capitano poi alle otto del mattino, con l'alta marea, ha potuto manovrare la nave e disincagliarla, trasportandola sino al porto di Capodistria dove tutto il carico è stato scaricato.
La nave. Si tratta di un mezzo che effettua la tratta Trieste - Capodistria tre volte la settimana, fornendo le altre navi. La causa dell'incidente è stata individuata in un errore del capitano. Sentito dagli inquirenti, che sotengono che gli incidenti accadono frequentemente sui percorsi maggiormente navigati: "Ha detto che il pilota automatico è andato in avaria. Essendo lui molto giovane, non conoscendo bene la nave e non essendo in grado di rispondere adeguatamente alle manovre, non ha visto il segnale di pericolo, finendo sulle secche", ha detto Klinec.
Irregolarità nella nave. Ispezionando la nave, sono state poi rivelate numerose irregolarità: la pompa antincendio e la bussola non funzionanti, i grafici del Golfo di Capodistria non aggiornati. Pertanto, la nave ha ora il divieto di lasciare il porto di Capodistria.
Si è rischiata una catastrofe ambientale, un incidente che poteva tradursi in un grande disastro ecologico, ha detto Zorka Sotlar della Direzione delle acque. "In caso di fuoriuscita si verificherebbe un danno significativo. Si tratta di una zona protetta. Il Servizio di pronto intervento in mare, nonostante tutte le misure non potrebbe impedire l'inquinamento. In tali sezioni naturali della costa risulta molto difficile l'eliminazione delle conseguenze dell'inquinamento e la pulizia di sversamenti".
Jadran Klinec ha dichiarato all'agenzia slovena STA che in caso di foratura e di sversamento del carburante avremmo assistito al "più grande disastro ambientale del mar Adriatico"
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