Nautica, stangata sui prezzi in Croazia: Rovigno l’approdo più caro
Cifre salite in media del 41% a Dubrovnik (Ragusa), Lussinpiccolo a quota +25%. A Capodistria e Pola ritocchi sotto il 3%, ma c’è chi ha tenuto inalterate le quote
FIUME La stagione turistica in Croazia, nonostante i problemi legati alla pandemia, sta riscuotendo successo visto che attualmente sono presenti mezzo milione di villeggianti. E intanto, dopo lo stop decretato lo scorso anno a causa della pandemia, nel settore ricettivo tornano gli aumenti. È il caso del turismo nautico, con numerosi diportisti che hanno avuto la sgradita sorpresa di vedersi aumentato nei marina il prezzo dell'ormeggio giornaliero per i propri natanti.
Va precisato subito che non tutti i 56 marina della Croazia (che contano in tutto 16 mila ormeggi e 8.500 posti per il rimessaggio a secco) hanno esposto prezzi maggiorati: in vari casi le direzioni dei porticcioli, con l’obiettivo di attirare la clientela, hanno mantenuto i prezzi praticati nel 2020 e nel 2019, che è stato l'anno dei primati turistici nel Paese.
In altri impianti si è optato invece per ritocchi di poco conto. Ma in altri ancora, come per esempio al marina dell'Aci a Ragusa (Dubrovnik), le tariffe sono invece schizzate all'insù, in media del 41,45%. «Il fatto è che nel profondo sud della Dalmazia – spiega Sean Lisjak, presidente dell’Assomarina nazionale – si vuole in questo modo porre rimedio ai risultati catastrofici dell’anno scorso, quando a Ragusa e dintorni di armatori se ne erano visti pochi. La nostra associazione non intende commentare la politica dei prezzi nei marina, dato che questa spetta alle direzioni e ai management. Ciascuno è artefice dei propri risultati e alla fine della stagione si faranno i conti».
Tra i marina molto conosciuti e frequentati dai diportisti italiani c’è quello di Lussinpiccolo, i cui responsabili hanno deciso per un aumento in media del 25,38% rispetto ad un anno fa. Aumenti consistenti si registrano anche nei porticcioli di Verbosa (Vrboska), dell’isola di Lesina e Punte Bianche (Veli Rat), dell’Isola Lunga, intorno al 31,5%. Anche a Porto Cervera, in Istria, sono state ritoccate le tariffe – che dipendono dai giorni trascorsi nel marina e dalla lunghezza dell'imbarcazione – facendole aumentare in media del 25,07%. A Ponte (Punat), sull'isola di Veglia, dove è presente il più vecchio marina in Croazia, l'incremento è stato del 19,22%.
In altri porticcioli si è preferito non forzare la mano: si tratta per esempio di Cherso, dove l’aumento è stato contenuto nella misura del 4,98%, oppure di Pola e di Capodistria, in Slovenia (rispettivamente il +2,95 e il +2,71%), mentre a Icici (Abbazia) il ritocco è stato del +0,37%.
Lungo le coste orientali dell'Adriatico ci sono inoltre 20 impianti i cui costi dell'ormeggio giornaliero sono rimasti invariati. Fra gli esempi vanno citati alcuni pezzi da novanta del settore, come i marina di Rovigno, Portorose e Umago.
Ancora in materia di esborsi, il marina più costoso per le barche fino a 9 metri di lunghezza risulta essere quello di Brioni, con una quota di 169 euro al giorno, cifra che comprende anche il biglietto d'entrata per il parco nazionale dell'arcipelago delle Brioni. A Bunarina (Pola) si registra il prezzo più basso per i natanti fino a 9 metri: 30 euro al giorno.
Il marina più caro in Croazia per le imbarcazioni fino a 16 metri è invece quello di Rovigno, dove per venire ospitati un giorno si devono pagare 218 euro. Abbiamo prima citato l’impianto di Ponte: qui sono entrate in funzione sei colonnine di ricarica per veicoli elettrici, le prime installate in un marina croato. La ricarica per i clienti è gratuita. —
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