Nato un altro colibrì: è Margherita, come Hack

Il "parto" di Margherita, così battezzata in onore di Margherita Hack che ha preso assolutamente a cuore la salvaguardia del Centro colibrì, è stato molto travagliato. I veterinai hanno dovuto aiutarla ad uscire dal guscio praticandovi alcuni fori
Il piccolo colibrì Margherita
Il piccolo colibrì Margherita
TRIESTE.
Il sesso non è esattamente noto ma tutto fa sì che il suo nome sia «Margherita». È nato un nuovo colibrì nelle serre sequestrate di Miramare. A rischio di estinzione in natura, nella lontana foresta amazzonica di cui sono originari, i mini-uccellini da oltre 1400 battiti cardiaci si riproducono invece in mezzo alle furenti battaglie burocratiche da cui è travolta la loro «casa» italiana, e nel mezzo di una crisi di povertà assoluta che amareggia gli umani, ma che il loro vibratile e combattivo istinto non coglie, per fortuna.


Il «parto» di Margherita, così battezzata in onore di Margherita Hack che ha preso assolutamente a cuore la salvaguardia del Centro colibrì, segue di poco quello di «Silvio» (Berlusconi), ma è stato molto travagliato. Per uscire da suo minuscolo uovo il piccolo ha penato così a lungo che i veterinari l’hanno dovuto, con ogni cautela, un po’ aiutarlo praticando alcuni fori nel guscio, nell’area protetta dei laboratori, per il timore che restasse senza ossigeno. Solo verso l’alba Margherita ce l’ha fatta. L’uovo si è spaccato a metà, il cucciolo è venuto alla luce, ed è stato riportato nel nido dalla madre. Alla quale s’era riusciti a far ignorare questo tramestio da sala parto con urgenze di «cesareo», per non allarmarla. Stefano Rimoli, il direttore del Centro, i ragazzi «missionari» e il veterinario sono andati a dormire all’alba.



E mentre oggi c’è il vertice in Prefettura sul problema (tuttora irrisolto) dei finanziamenti, della nuova sede da trovare dopo lo sfratto da Miramare la cui proroga scade il 15 marzo, torna in campo Vittorio Sgarbi che di sedi alternative ne aveva già proposte due e che del «caso colibrì» ha informato Berlusconi, da cui la telefonata d’interessamento del capo del governo con conseguente battezzo del nuovo nato col nome di Silvio. Sgarbi ha informato Rimoli che se entro la fine del mese a Trieste non si trovano una proposta concreta di sede e di finanziamento, il Centro dei colibrì verrà traslocato in Sicilia, precisamente a Salemi dove Sgarbi è sindaco.


L’effervescente critico e politico ha promesso, in quel caso, un protocollo d’intesa da sottoporre a Rimoli, per il trasferimento del Centro, dei colibrì e dell’intero staff in una città «che saprà amarli e valorizzarli». Rimoli è in attesa degli eventi. «Se così dovesse essere - dice - firmerò senza tentennamenti, noi siamo ”missionari” e dunque andiamo dove gli animali sono al sicuro, ma lo farò con grande sofferenza per i triestini e i friulani che perderebbero un patrimonio. Io - conclude - faccio quello che mi dicono di fare: che sia di stare a Miramare con restauri, o di andare a Duino, o a Salemi, purché qualcuno mi dica qualcosa». Anche i promessi ri-finanziamenti del ministero dell’Ambiente non sono ancora arrivati.


(g. z.)
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