Nati i tre cigni dalle uova salvate dal nido alla deriva

MONFALCONE Sono tre i cigni nati dalle uova recuperate da un diportista monfalconese della Lega navale italiana, Valerio Prizzon, il 14 giugno in un nido andato alla deriva nel bacino di Panzano.
Messe al sicuro dagli attacchi dei gabbiani e dalla distruzione del nido, le uova erano state subito portate, su interessamento dell’Associazione ambientalista Eugenio Rosmann, nel Centro di recupero della fauna selvatica di Terranova, gestito da Damiano Baradel. Infilate prontamente nell’incubatrice le tre uova che risultavano fecondate, Baradel ha assistito alla schiusa e accolto i nuovi nati venerdì pomeriggio. Tre batuffoli grigi dal becco quasi nero e gli occhi brillanti, ma davvero grandi. Tanto da chiedersi come ce la facessero ancora a stare dentro ai gusci.
Nel centro di Terranova ora trascorreranno ancora qualche mese prima di essere reintrodotti in natura (e di capire quale sia il loro sesso), dopo essere stati inanellati dall’Ispra.
«Se ci sono i genitori che li proteggono – spiega Baradel – è un discorso. Altrimenti devono essere grandi a sufficienza per potersi difendere da eventuali aggressori».
La zona di liberazione potrebbe non essere il bacino di Panzano, dove la coppia di cigni che aveva nidificato tra le imbarcazioni ormeggiate alla Lega navale ha deposto le uova.
«Essendo nati in incubatrice, è sufficiente che la zona sia adatta», dice Baradel, che, nonostante abbia accolto e curato migliaia di animali, ha assistito per la prima volta alla schiusa di uova di cigno. «È sempre un’emozione vedere nascere degli animali», afferma, nonostante il periodo sia di super affollamento e molto impegnativo per il Centro di recupero. Nella sala adibita alla cura dei nidiacei, alimentati a grilli, ci sono anche due cuccioli di capriolo trovati dal Corpo forestale regionale senza la madre, un assiolo in fase di ripresa e i cui occhi gialli diventano sempre più combattivi, una civetta e due piccoli di riccio con gli occhi ancora chiusi e che Baradel allatta con del latte apposito.
«È vero che il cigno è una specie molto diffusa ormai nella zona costiera – aggiunge –, ma ogni animale ha diritto di vita e di essere reintrodotto in natura» .
Intanto i tre cigni “pigolano” sul pavimento dopo essere stati momentaneamente fatti uscire dalla loro nursery, ancora goffi e incerti sulle grandi zampe palmate, ma comunque preoccupanti a sufficienza per Rufus, il grande alano giunto tra un gruppo di cuccioli di contrabbando al centro di Terranova e poi adottato dalla famiglia Baradel. Assieme al bulldog Pasquale e a una serie di altri animali che non potevano ormai essere reintrodotti in natura o non avrebbero trovato una sistemazione adeguata. Terranova è da tempo la casa di Fufi e Nico, due cinghiali non più liberabili, come non può essere reintrodotta in natura una bellissima volpe. L’imprinting umano è stato tale da sconsigliare di riportare l’animale nel suo ambienta naturale, perché rischierebbe di avvicinarsi troppo alle abitazioni e di andare incontro a guai seri. Nel centro ci sono anche una poiana senza un’ala e un gufo reale cieco, una mucca e due cavalli, di cui uno, cieco, era destinato al macello. —
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