Natascha, la “sepolta viva”, diventa un film
VIENNA. Quando sei anni fa si ebbe notizia che una sconosciuta ragazza austriaca di nome Natascha Kampusch era stata rapita all’età di 10 anni e dopo otto di segregazione in una cantina era riuscita finalmente a sottrarsi all’uomo che le aveva rubato l’adolescenza, la sua storia era apparsa così sconvolgente da sembrare uscita da un romanzo. Si usa dire, in simili casi, che la realtà aveva superato la fantasia.
Bene, sei anni dopo la fantasia chiederà aiuto alla realtà per trasporre in un film la vicenda. Natascha Kampusch nel frattempo è cresciuta e ha saputo gestire al meglio sul piano mediatico la sua personale disavventura, concedendo interviste, diventando moderatrice in un talk-show televisivo, scrivendo un libro autobiografico dal titolo “3.096 giorni” (i giorni della sua prigionia) e inaugurando perfino un ospedale nello Sri Lanka, costruito con le donazioni raccolte dopo la sua liberazione. L’idea del film era venuta un paio di anni fa al produttore tedesco Bernd Eichinger. Nel gennaio 2011, quando la sceneggiatura era ormai pronta per due terzi, Eichinger è improvvisamente morto per infarto a Los Angeles. Il progetto del film era rimasto per qualche tempo nel cassetto ma poi era stato ripreso in mano da Peter Reichard, stretto collaboratore di Eichinger, che ora ha completato il lavoro. Il primo ciack sarà dato in maggio negli studi di Monaco. Natascha sarà interpretata da Antonia Campbell-Hughes, attrice irlandese di 29 anni che si è fatta conoscere da poco, subito apprezzata dalla critica e accolta come una star all’ultima Berlinale. La parte del rapitore Wolfgang Priklopil è stata affidata al danese Thure Lindhardt (“Tatort”, “Illuminati”), mentre dirigerà le riprese Michael Ballhaus, considerato uno dei migliori cameramen del mondo (ha lavorato con Fassbinder, Scorsese, Emmerich). «La sfida più grande che dovremo affrontare – ha dichiarato Ballhaus ai giornalisti – è che dovremo girare il 60% del film in uno spazio che non è più grande di una sauna». È la dimensione della cantina in cui Natascha fu costretta a vivere dal suo rapitore tra il 1998 e il 2006. Anche Antonia Campbell-Hughes vi si sta preparando. «Sto cercando di adattare il mio attuale carattere. Piccolo spazio, me stessa, nessuna finestra» ha scritto su Twitter. Il film racconterà l’intera vicenda di Natascha, dal giorno del rapimento a quello della sua fuga e del suicidio dell’uomo che l’aveva rapita. Si è appreso che non mancheranno scene di sesso e la notizia ha fatto scalpore, perché finora inquirenti e stampa avevano sempre sorvolato sui rapporti intimi che si sarebbero instaurati tra rapitore e rapita e non se ne fa cenno nell’autobiografia. Ma la decisione di trattare anche questo capitolo delicato sarebbe stata assunta d’intesa con Natascha, «perché altrimenti – ha spiegato Reichard – il film non sarebbe stato credibile».
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