Nasce “Territorio Libero” La sede sarà in via Roma
«Tutto è pronto. Da sabato cambia tutto». L’intenzione del Movimento Trieste Libera due (Mtl2), salito sul Carso (al Kulturni dom di Prosecco), era di voltare pagina. E sono stati di parola. Rinunciano al movimento e si autoproclamano Territorio libero. È il nuovo nome deciso per alzata di mano dai 250 che si sono dati appuntamento sull’altipiano per l’assemblea ordinaria del movimento. Reciso il cordone con il recente passato. Non ci sarà neppure la sigla (Mtl) a ricordarlo: Territorio Libero e basta. Non è stata una scelta facile quella di rinunciare al copyright di Trieste Libera per lasciarlo nelle mani di Roberto Giurastante e Paolo G. Parovel.
Fino a ieri era anche il marchio del loro movimento, come testimoniano gli striscioni stesi ieri sera al Kulturni dom. Un’autocastrazione che costa più di un mal di pancia soprattutto ai soci fondatori che hanno sostenuto l’ascesa al potere dell’ex segretario Vito Potenza. La nuova sede, ironia della sorte, sarà in via Roma 28 (dove ha sede anche la Fipe, l’organizzazione dei pubblici esercenti). Strana sorte per un movimento che non riconosce la sovranità italiana e strana coincidenza visto che la sede di piazza della Borsa, nel palazzo di Max Fabiani, era stata quella dell’Acepe, altra organizzazione di pubblici esercenti. A Prosecco, dopo un intervento spontaneo in piazza della Borsa, c’è stato l’esordio indipendentista del libraio Paolo Deganuti (ex Lotta Continua ed ex socialista) che ha preso la tessera del Mtl2 in antitesi a Parovel. Territorio Libero (ora si chiamano così) ha discusso e approvato il suo “documento contro la decadenza e per la rinascita di Trieste” che spazia dal Porto al piano regolare del Comune. La piattaforma elaborata da Deganutti diventa anche quella del nuovo movimento politico: la prima iniziativa politica sarà un presidio l’11 luglio davanti al Tribunale, come ai vecchi tempi.
A rovinare la festa di Prosecco c’è stato un volantino diffuso dal Movimento Trieste Libera (quello vero) e firmato dal “Gruppo Carso”. «Perché i traditori del Territorio Libero si riuniscono sabato 28 giunto a Prosek« è il titolo che non promette nulla di buono. «La risposta è semplice: perché non vogliono restituire i soldi. I traditori hanno organizzato una seconda assemblea illegale per presentare bilanci falsi che cancellino i loro debiti verso il Movimento». Il famoso ammanco è lievitato dai 60mila euro certificati. «Nel 2013 i capi degli attuali traditori erano dirigenti del Mtl e hanno fatto sparire dai bilanci circa 100 mila euro, in particolare della Grande festa del 17-21 luglio a Borgo Grotta Gigante e hanno tenuto contatti con personaggi criminali». Un recupero crediti non facile.
Le ironie sugli ammanchi della sagra non si contano. Lo scandalo dei “civa” d’oro e del fiume di birra. «Ognuno può leggersi questo volantino ed essere testimone del delirio dei due pazzi suonati. I cevapcici inesistenti sono arrivati alla cifra di 100 mila euro» annotano i soci fondatori che attaccano sulla videodenuncia dell’assemblea al Bobbio del 21 giugno: «Roberta Kosmazh, Roberto Giurastante, Paolo G. Parovel, Darko Jermanis, Silvia Verdoglia, Alessia Goiach con i loro maligni vaneggiamenti sulla birra, sui tendoni verdi e sull'ajvar, dovrebbero essere il team che condurrà il Territorio Libero di Trieste all'autogoverno e all'autodeterminazione? Le camicie nere fasciste nel pieno del furore colonialista del 1924 non furono in grado di provocare danni peggiori per Trieste, in confronto a questo odierno manipolo di balordi». Nel dibattito postscissione rispunta anche Parovel che tira in ballo la massoneria prendendosela con il progetto di Deganutti (alias Francesco Giuseppe su Facebook) «che essendo altrettanto spregiudicato ma più esperto, furbo e capace dei capoccia “golpisti” (e non ci vuol molto), ne è diventato rapidamente il programmatore politico, così come Marco Pizzi ne è diventato un programmatore psicologico. Mandano però avanti Vito Potenza, che nel gruppo è quello che riesce meglio a comunicare alla gente contenuti preconfezionati». Il complotto è di nuovo servito.
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