Nasce la piccola Europa dell’Adriatico
TRIESTE. Si discute di accordi e progetti transfrontalieri. Stavolta senza il pericolo di parlare di aria fritta: sull’Euroregione incombe uno spauracchio. Si chiama isolamento, trasporti, ferrovie. Bestia nera del Friuli Venezia Giulia, che però ora può raccontare ai vicini di casa quanto sfortunato è. E chiedere aiuto. Lo sanno bene Renzo Tondo, Luca Zaia e Gerhard Doerfler venuti a Trieste (in treno?) per il trilaterale tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. L’assessore Riccardi ha congelato il contratto con Trenitalia per colpa dei disservizi? Il Fvg incassa subito la solidarietà di Zaia: «Ora dobbiamo fare massa critica». Il vertice consuma presto gli atti formali di rito: stacca un altro foglio di via per la costituzione dell’Euroregione battezzando lo Statuto della Convenzione delle tre aree e salutando per sempre nonna Alpe Adria, costituita nel ’78, per una più moderna “Senza confini”. «Dobbiamo guardare avanti, oggi apriamo un percorso, un nuovo modo di intendere l’Europa. La dimostrazione – ha osservato Tondo – è il risultato sul Corridoio Adriatico Baltico». L’incontro di ieri sancisce la nascita di un Gruppo europeo di cooperazione territoriale. Al Gect, che avrà sede nel capoluogo giuliano, potranno aggiungersi anche altri territori: «Auspichiamo l’adesione della Repubblica di Slovenia e delle Contee dell’Istria croata, Istriana e Litoraneo-Montana», è stato il suggerimento comune. «E deve coinvolgere la Baviera, per contare su almeno 10 milioni di abitanti» – ha precisato Zaia. Al vertice hanno partecipato, come osservatori, il Console generale a Trieste della Repubblica di Slovenia, Vlasta Valencic Pelikan, e il governatore della Contea istriana, Ivan Jakovcic.
Ieri i presidenti hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta che sarà invitata alla Presidenza del Consiglio dei ministri; a breve la ratifica dello Statuto, subito dopo l’adozione da parte delle tre Regioni. «Oggi si creano le condizioni - ha dichiarato il presidente Fvg - per avviare una linea di collaborazione più forte. Siamo davanti a una grandissima opportunità: sta a noi saperla riempire di contenuti concreti, far capire ai cittadini la sua importanza». Dorfler vede invece nell’Euroregione una «piccola Europa sull'Adriatico. Dobbiamo dimostrare - ha evidenziato - che l'Europa non si fa solo a Bruxelles o a Strasburgo». Il nuovo soggetto giuridico apre a una collaborazione su un ventaglio di aspetti: ambiente, energia, protezione civile, sanità, attività produttive, formazione e infrastrutture. Per creare economie di scala, si legge nel documento, e gestire insieme progetti e risorse.
Il centrosinistra approva: «Un passo avanti per l’Europa delle Regioni», commenta l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani. Il tema dei trasporti, ferrovie in primis, è destinato a collocarsi in cima all’agenda dei tre governatori. Tondo può contare sull’appoggio di Zaia: «Siamo sempre più convinti che i territori debbano essere uniti anche nella partita con Trenitalia», rileva il governatore del Veneto, perché «quella del trasporto pubblico locale è una partita irrisolta». La vicenda del mancato rinnovo a Trenitalia accende il dibattito in Consiglio regionale, a cominciare dal Pdl che suggerisce di guardare altrove. «La posizione di Riccardi in merito alla trattativa con Trenitalia – scrive Maurizio Bucci – è ampiamente condivisa soprattutto alla luce dell’interessamento che stanno dimostrando verso il Fvg le ferrovie di Austria e Germania. Premesso che dobbiamo muoverci in un contesto europeo e che lo stesso governo Monti parla di liberalizzazioni – prosegue il consigliere – non si può non sottolineare come le ferrovie austriache, senza nessun tipo di finanziamento pubblico come invece avviene con Trenitalia, stiano facendo un ottimo lavoro sulla movimentazioni merci all’interno del porto di Trieste e che tale opportunità potrebbe allargarsi anche alla movimentazione delle persone e delle autovetture». Il consigliere sollecita, infine, a ripristinare il collegamento Trieste-Lecce e a rivedere gli orari di partenza da Trieste verso le coincidenze a Mestre con Roma e Milano, «dove i nostri treni arrivano sempre cinque minuti dopo la partenza della coincidenza costringendo i passeggeri ad aspettare il treno successivo».
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