Nasce la Fondazione che gestirà il Narodni dom
Si è costituita formalmente ieri pomeriggio la Fundacija - Fondazione Narodni dom, destinata a guidare l’omonimo edificio una volta avvenuta la restituzione alla Comunità slovena. In mattinata si è inoltre tenuta una conferenza stampa, più in generale sulle iniziative per il centenario del rogo.
La neonata Fondazione è un soggetto del terzo settore retto da Skgz e Sso, organizzazioni apicali degli sloveni in Italia. L’ente – di cui faranno parte anche due rappresentanti ministeriali, uno italiano (Interno) e uno sloveno (Esteri) – sarà inglobato nel protocollo d’intesa che sarà siglato lunedì 13 luglio tra Viminale, Miur, Demanio, Units, Regione e Comune, oltre che da Skgz e Sso. La firma sarà accompagnata dall’uscita di un francobollo e una busta dedicati (anche se la restituzione diverrà effettiva tra diversi anni, quando sarà pronta la nuova sede dell’ex Scuola Interpreti).
La giornata sarà trasmessa in diretta dalla Rai slovena e si concluderà con una serata teatrale nella sede di via Filzi. Tra le varie iniziative correlate, sabato è in programma l’uscita di un inserto speciale sui quotidiani Primorski dnevnik e Primorske novice. Causa restrizioni sanitarie, il grande evento ufficiale è stato tuttavia rimandato al 13 luglio 2021: sarà per la regia di Marko Sosic.
Tornando al presente, contro la restituzione del Narodni dom domani ci sarà una contestazione di diverse anime, Casa Pound compresa. Restituzione che per Ksenija Dobrila, presidente Skgz, rappresenta «il riconoscimento, da parte dell’Italia, di vent’anni di vessazioni fasciste: stesso significato hanno l’omaggio a Boris Pahor e la riabilitazione dei quattro martiri sloveni. Rispettiamo inoltre la scelta di visitare entrambi i monumenti di Basovizza (foiba e cippo degli eroi antifascisti, ndr)».
Rispondendo ai giornalisti, Dobrila ha specificato di percepire una dicotomia tra la via diplomatica perseguita tra Italia e Slovenia da un lato e, dall’altro, quella portata avanti a livello locale: «Si dice di volere la pacificazione ma poi si omaggia D’Annunzio nel centenario dell’impresa di Fiume, si introduce tra capo e collo la festa del 12 giugno e così via».
Il suo omologo dell’Sso, Walter Bandelj, ha detto: «La riconciliazione sarà un atto dovuto sia da parte italiana che slovena. La storia è qualcosa che è accaduto, ma che non dovrà segnare il futuro». Sia Skgz sia Sso ricordano inoltre l’importanza della Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena, redatta ormai vent’anni fa.
Sul tema è intervenuto anche il console generale di Slovenia a Trieste, Vojko Volk, presente in sala: «Come insegna lo scrittore Boris Pahor, bisogna distinguere tra nazionalismo e appartenenza a una nazione. La cooperazione nasce dal mutuo rispetto, anche se ognuno mantiene i propri ricordi e sentimenti. Solo così Trieste potrà rinascere. Con il Covid abbiamo capito che non si va da nessuna parte, con le frontiere chiuse. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro».». —
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