Nasce il patto della Ribolla. Così sette vignaioli fanno promozione

L’accordo fra i produttori di Oslavia con un mercato in ripresa e anche la ricerca di un turismo di prossimità e non di massa 
Il patto fra i produttori di Oslavia
Il patto fra i produttori di Oslavia

Un simbolo comune a sette produttori di ribolla gialla operanti ad Oslavia. Ciò per una promozione maggiore non solo di Oslavia, ma di tutto il territorio. Il simbolo è la sezione di un acino d’uva, in color arancione, che vuol invitare a non fermarsi alla buccia, e, quindi, alla superficie, ma ad approfondire, ad andare oltre.

Ribolliamo, un simbolo comune per i produttori di ribolla gialla a Oslavia


Ieri, questo nuovo simbolo è stato presentato proprio dai sette produttori: Martin Fiegl, Marko Primosic, Saša Radikon, Mateja Gravner, Stefano Bensa (per l’azienda La Castellada), Franco Sosol (Il Carpino), Katia Ceolin (per la cantina Dario Princic). Lo troveremo su un tappo o su un imballaggio, sull’etichetta o in calce a una mail, sempre a significare che l’unione fa la forza: a notare l’acino arancione si potrà subito pensare che si tratta di un vino prodotto ad Oslavia. Ieri, intanto, i sette produttori ne hanno firmato una gigantografia. Ciò a voler formalizzare l’accordo.

C’era anche il sindaco Rodolfo Ziberna, che, nel complimentarsi per l’iniziativa e nell’evidenziarne i benefici pure per Gorizia e la comunità tutta, ha evidenziato «il fortissimo legame tra il vino e la terra, la famiglia, la tradizione». Presentata nelle cantine dei vari vignaioli, a ideare l’acino arancione ci ha pensato l’associazione produttori Ribolla di Oslavia (Apro) che ha anche potuto tracciare un bilancio di questi suoi primi dieci anni, gli ultimi tre presieduti da Martin Fiegl. «È stato un decennio soddisfacente – ha detto il numero uno dell’Apro –. Siamo partiti con il vino macerato, portando avanti una determinata filosofia legata alla produzione, e siamo arrivati ad occuparci della promozione del territorio».

Il marchio della Ribolla
Il marchio della Ribolla


Nel mentre, c’è stato il libro dedicato ai vignaioli storici di Oslavia e alla Ribolla, senza trascurare RibolliAMO, giunta alla terza edizione: la presentazione dell’acino arancione, si inserisce proprio in quest’ultima iniziativa che domenica 8 novembre permetterà al pubblico più ampio di visitare le cantine dell’area all’interno del “World Wine Tourism Day”, previa prenotazione sul sito dell’Apro. Per quanto riguarda le regole di produzione, «abbiamo dato vita a un protocollo d’intesa tra noi produttori, ma l’iter, per arrivare a un futuro riconoscimento richiede tempo – ha detto Fiegl – e il coronavirus non l’ha certo aiutato, ma ci stiamo comunque lavorando. A tal proposito, una collaborazione con il Consorzio Collio è necessaria».

Per fortuna, il periodo, sul fronte turismo, ha dato inaspettatamente risultati assai positivi. «Sì, è andato oltre le più rosee aspettative – ha continuato Fiegl –. In fondo, andiamo verso un turismo di prossimità, non di massa e, da questo punto di vista, Oslavia sembra essere perfetta. Non si può dire lo stesso, invece, per quanto riguarda le esportazioni: stiamo un po’ soffrendo e, ovviamente, speriamo in una ripresa delle vendite nel mercato orientale e in quello americano».

Anche gli altri produttori, nell’intervenire, hanno posto l’accento tanto sulle vendite del periodo quanto sul turismo e, a tal proposito, l’assessore Fabrizio Oreti non ha mancato di ricordare la candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco del Collio/Brda oltre all’importante lavoro di promozione del territorio.

Ma, per sostenere Oslavia e l’area tutta, nei giorni scorsi i vignaioli di Apro hanno anche completato il posizionamento di sette panchine arancioni, una per cantina, al fine di catturare l’attenzione dei visitatori, invitandoli a sostare lungo il tragitto in bici o a piedi, in auto o in moto. E la scelta del colore, tanto per le panchine quanto per il simbolo dell’acino non è certo casuale: corrisponde infatti alle tecniche di macerazione che donano al vino una tonalità ambrata, “orange” come la definiscono alcuni.

E va infine ricordato, in questo decennale, anche la collaborazione con Eataly che ha organizzato per le sue enoteche nel mondo il primo “corner” dedicato ad un’associazione: il corner della ribolla di Oslavia. —

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