Nasce il Consorzio isontino col peso Sdag
MONFALCONE Sdag affidato a tutti costi nel matrimonio tra Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone (Csim) e quello industriale e artigianale di Gorizia (Csia). Il nuovo Consorzio per lo sviluppo economico isontino si trova già con un “figlio illegittimo” e pure con un “fratellastro”, l’Interporto di Cervignano, la cui società non si sa se è mai stata interpellata a proposito, anche se le indiscrezioni sostengono che si è trattato soltanto di una manovra diversiva per far “passare” la Sdag e che alla fine Cervignano farà la fine dell’Aussa Corno che ha scelto il Friuli che ha fatto quadrato attorno ai suoi campanili.
Vince il patto goriziano tra il presidente della Provincia Enrico Gherghetta e quello della Camera di Commercio Gianluca Madriz “ambasciatori” del sindaco Ettore Romoli che aveva dichiarato che nell’unione tra i due consorzi la Sdag è una “condicio sine qua non” e che lunedì porterà la delibera all’assemblea al Csia a Gorizia che dovrebbe seguire il Csim.
Conclusione tormentata a dir poco quella dell’assemblea del Consorzio di Monfalcone che all’Europalace si è chiusa dopo una convocazione durata 48 ore e spezzata in due giornate. Un voto passato a maggioranza con Gorizia che ancora una volta impone le sue scelte a Monfalcone, favorevole anche il rappresentante del Consorzio di Bonifica (tre in totale i sì), tre gli astenuti, perchè privi del mandato dei consigli, ovvero i sindaci di Monfalcone Silvia Altran, quello di Staranzano Silvia Caruso e il rappresentante di Ronchi dei Legionari, che comunque non hanno fatto mancare le loro critiche.
Contrari, non tanto all’unione di Csim e Csia, ma all’entrata della Sdag, tragica beffa che dovrebbe suonare come un enorme campanello di allarme, Luciano Devidè (Alloys Italia) e Alessandro Vescovini (Sbe) rappresentanti degli insediati, ovvero le aziende, proprio quelle che danno linfa vitale (pagano) ai consorzi, per cui è stata pensata la legge di riordino e che dovrebbero godere dei servizi dei nuovi agglomerati industriali. Caduti nel vuoto gli allarmi lanciati da tecnici come Riccardo Scaramelli, operatore portuale e rimarcati dallo stesso Vescovini ieri in assemblea sul rischio di veder messa in pericolo la stabilità economica per l’ingresso di due realtà logistiche come Sdag e Cervignano che stentano da sempre a stare in piedi, hanno debiti pregressi e non sono mai decollate e vengono giudicate «baracconi inutili, pericolosi e fuori mercato».
Un’altra riunione fiume quella di ieri iniziata alle 8.30 del mattino, durata sino alle 11 e che si è incentrata su un solo punto (sull’unione di Monfalcone e Gorizia erano tutti d’accordo), il numero 4. Una trattativa estenuante, con momenti di grande tensione e scambio di accuse tra le aziende e il presidente Madriz oltre che con la rappresentante della Provincia (Gherghetta è in ferie), l’avvocato Marina Pisani, per la limatura di una frase determinante per il mandato dell’assemblea al futuro cda. La linea goriziana insisteva su “dare mandato al cda di prevedere affinche nell’ambito della costituzione del Consorzio di sviluppo economico isontino vengano ricompresi, entro i successivi 18 mesi, Sdag e Interporto di Cervignano”. Immediate le reazioni dei rappresentanti degli insediati e in particolare Vescovini che ha chiesto di togliere quella frase e ha minacciato da subito di voler impugnare la delibera. Aspre le critiche del sindaco Caruso che, come chiede la legge di riordino regionale ha insistito più volte perchè ci si concentri per ora solo e soltanto sull’unione di Monfalcone e Gorizia chiedendo chiarezza ai soci se vogliono «iniziare dando mandato al nuovo consorzio per un futuro a due o a quattro». «Vediamo di essere intellettualmente seri» è sbottata il sindaco Caruso chiedendo più volte la parola e mettendo in evidenza i rischi economici nel caso dell’ingresso della Sdag.
Irremovibile l’asse goriziano Gherghetta-Madriz con Romoli dietro le quinte, il sindaco Silvia Altran, visibilmente irritata ha più volte tentato di fare da “paciere” e cercato di mediare in maniera diplomatica con Madriz e l’avvocato Pisani (le perplessità sul coinvolgimento della Sdag sono forti nel Pd monfalconese). Solo alla fine una piccola correzione, dopo interminabili trattative sulla filosofia del significato della parola, in termini burocratici: “prevedere” è diventato “attivarsi”, Silvia Altran non è riuscita a far passare “per valutare” e la frase ora suona così :“attivarsi perchè possano essere ricompresi Sdag e Interporto di Cervignano”. Finale teso con voto a maggioranza e l’uscita di Vescovini che se ne è andato sbattendo letteralmente la porta.
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