Nasce “Futuro Trieste” il laboratorio di Prodani

Belluzzo, una delle promotrici della lista civica M5S, presiede l’associazione. Tra i fondatori ci sono il blogger Rodriguez e la sentinella seduta Longhi
Aris Prodani
Aris Prodani

«Il passato è un rifugio sicuro. Il passato è una costante tentazione. E tuttavia il futuro è l’unico posto dove possiamo andare, se davvero dobbiamo andare da qualche parte». Renzo Piano, architetto e senatore a vita, non ha dubbi. Trieste, invece, ha da sempre un rapporto difficile con il futuro. “Trieste Futura”, fondata alla fine degli anni ’90 dall’imprenditore Federico Pacorini, è fallita assieme alla mancata assegnazione dell’Expo 2008. Per il ritorno al futuro di Trieste ci riprova ora un gruppo di cinque amici tra cui una grillina pentita, un parlamentare, un blogger e una sentinella seduta. “Futuro Trieste” (Fts la sigla) è il nome della neonata associazione politica e culturale che vede tra i cinque fondatori il deputato Aris Prodani, fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle. E così mentre il fuoriuscito friulano Walter Rizzetto si fa i selfie a Venezia con il leghista Massimiliano Fedriga e la “sorella” d’Italia Giorgia Meloni, Prodani mette in campo un’associazione con radici nella sinistra no global. A dimostrazione che Alternativa Libera, messa i campo da alcuni ex parlamentari grillini, è alquanto libera. E Prodani, che da tempo flirta anche con i movimenti indipendentisti (si parla di lui come possibile candidato sindaco nel 2016), ha deciso di mettere in campo un nuovo soggetto politico. Più “Podemos” che “no se pol”.

«Una cosa di sinistra? Non lo so, a me sembrano principi condivisibili. È un laboratorio politico. L’idea è quella di mettere assieme un gruppo di persone per un ragionamento sul futuro della città. Nessuno pensa alle elezioni. Per me è uno strumento utile per la mia attività di parlamentare» aggiunge l’onorevole abituato da tempo a lavorare trasversalmente in città. E così, dopo l’abbandono del M5S, è meno solo a Trieste: «Da qualche parte bisognare partire». Assieme a lui c’è anche l’etnoblogger Andrea Rodriguez che, dopo accesi dibattiti in rete, si è conquistato il titolo di internauta del Tlt, scelto come garante nel momento della prima scissione di Trieste Libera. Lui, a dire il vero, preferisce il titolo di “rabdomante de cazzade” su internet. È stato Rodriguez a “testare” su Facebook l’associazione “Futuro Trieste”, di cui è uno dei fondatori, nall’interno del gruppo “Gufi Ts”. Un’enclave non propriamente renziana. È vietato l’accesso a «individui razzisti, oppure omofobi, o sessisti o semplicemente ottusi e ignoranti». «È il tentativo di mettere un freno alla xenofobia, all’omofobia e al razzismo che dilagano in rete anche a Trieste» spiega Rodriguez. La presidente di “Futuro Trieste” è Barbara Belluzzo che fu tra i promotori con Prodani dell’originaria lista civica Trieste Cinque Stelle che a Trieste ha eletto in consiglio comunale Paolo Menis e Stefano Patuanelli. «È opinione diffusa che nella società odierna molti fatichino a trovare punti di riferimento validi, portavoce autorevoli - spiega la presidente -. Invece di piangerci addosso, io e altri 4 amici abbiamo fondato un’associazione culturale e politica allo scopo di catalizzare le opinioni di altri cittadini in sintonia con i valori descritti nello statuto e intervenire in maniera propositiva e partecipativa nel dibattito pubblico cittadino. Da qualche tempo discutiamo con passione varie tematiche che riguardano l’amministrazione della nostra città in maniera libera da preconcetti o dogmi ideologici, con approccio pragmatico ma allo stesso tempo giocoso». Uno spirito che anima sicuramente gli altri due fondatori di “Futuro Trieste” che sono Alen Domancic e Igor Longhi. Quest’ultimo ha dato vita al gruppo “sentinelle sedute” (in contrapposizione all’integralismo di quelle in piedi) nato attorno a un video realizzato grazie a una campagna di raccolta fondi su internet che nei primi mesi di diffusione il video ha avuto 12.000 visualizzazioni e quasi 400 condivisioni. I valori fondanti di “Futuro Trieste” sono “Comunità, Solidarietà e Sviluppo”. Non proprio quelli della Rivoluzione francese. Una comunità meticcia, solidale fondata sui giovani che «rifiuta qualunque atteggiamento discriminatorio basato sulla razza, il genere, l’orientamento sessuale o il credo religioso» e che «ripudia l’uso della violenza anche verbale». Per iscriversi bisogna avere più di 16 anni: la quota è di 10 euro. “Futuro Trieste” non ammette la doppia tessera («la domanda di iscrizione è incompatibile con l’iscrizione ad altri movimenti o associazioni politiche») e neppure deleghe per il voto. Una specie di “Podemos” nella città del “no se pol”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo