Nasce a Ronchi il drone italiano che sorveglierà le nostre coste

Il Falco Xplorer ha debuttato alla fiera di Le Bourget: viaggio nell’azienda Leonardo della cittadina bisiaca che realizza il gioiello hi-tech

RONCHI DEI LEGIONARI Ha debuttato alla fiera aeronautica di Le Bourget il nuovo gioiello di Leonardo realizzato nello stabilimento di Ronchi: il Falco Xplorer, drone dell'ultima generazione che sarà commercializzato dal 2020. Il nuovo gioiello tecnologico potrà essere impiegato soprattutto per fini civili, ad esempio per la sorveglianza delle nostre coste. Nuovi strumenti e più tecnologia per consentire alla nostra guardia costiera di salvare vite umane individuando in mare i barconi carichi di migranti. Servirà anche per tenere sott'occhio le frontiere, per compiti di ricognizione fotografica e per la trasmissione, anche video, di dati sensibili. In ambito militare potrà essere utilizzato a supporto delle truppe o per sostituire i velivoli da ricognizione in luoghi pericolosi.

Una storia lunga e densa di avvenimenti, quella che accompagna l'azienda di Ronchi (ex Meteor) che inizia la sua attività nel dopoguerra. Nei campi del Nordest giacciono decine di velivoli inglesi tipo Auster e di americani Farchild che vengono portati a Ronchi dei Legionari e rimessi in efficienza. L'aviazione, da allora, ha fatto passi da gigante e l'ultima frontiera sono proprio i velivoli a pilotaggio remoto. Come detto è stato il salone dell'aerospazio di Parigi a tenere a battesimo, presente l'amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo, il nuovo drone della serie Falco costruito sulla base del successo dei precedenti velivoli. Primo su tutti il Falco Evo, che ha una capacità di carico di 350 chilogrammi, oltre 24 ore di autonomia e dispone di un collegamento dati satellitare per operazioni fuori dalla copertura radio terrestre. Il tutto con un peso massimo al decollo di 1,3 tonnellate.

«É il risultato di tre anni di studi ma anche di necessarie analisi di mercato – chiarisce Fabrizio Boggiani, responsabile della linea di business Airborne Sensors & Mission Systems – svolti da da un team di ingegneri e professionisti che hanno permesso di realizzare quello che, in assoluto, è il più grande drone nato in casa Leonardo. Siamo partiti dalle precedenti esperienze e, nell'assemblaggio del prodotto finale, abbiamo via via aggiunto tutte quelle specialità in termini professionali che lo hanno reso ormai pronto ad essere inserito nel mercato». Falco Xplorer sarà certificato in conformità allo standard Nato di idoneità al volo per sistemi pilotati da remoto, che lo renderà immediatamente operabile dai Paesi dell’Alleanza. Il che gli darà ancora maggiori chances di successo sul mercato. «La nostra forza – sono ancora le parole di Boggiani – sta anche nel fatto che, come successo per il Falco che è stato impiegato in missioni Onu o nell'operazione Frontex, può ospitare un nostro equipaggio. Questo prodotto punta ad un mercato superiore a quello che ha visto protagonista il Falco Evo che, va detto, rimarrà comunque in produzione». A luglio il nuovo drone effettuerà il volo inaugurale sulla base aerea di Trapani, operazione necessaria anche per ottenere la certificazione da parte di Armaereo. «Crediamo molto nelle sue potenzialità, sia in ambito militare, sia in quello civile – ha aggiunto Broggiani – e questa convinzione ci deriva proprio dagli studi che abbiamo intrapreso per saggiare quelle che sono le necessità di controllo e sorveglianza del territorio in ambito internazionale». Attualmente è in corso la certificazione per il volo in spazi aerei non segregati, condizione preliminare per offrire il prodotto a clienti civili, come la Guardia costiera e la Protezione civile e militari. —


 

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